
Il 20 dicembre, a Palermo, presso la casa circondariale «Pagliarelli», verrà pronunciata la sentenza del processo a carico di Matteo Salvini per il caso Open Arms. Tre anni di processo per un totale di 24 udienze con 45 testimoni. Di cosa è accusato? Di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, dopo aver impedito per 19 giorni lo sbarco di 147 persone, tra cui minori, soccorse dalla Ong «Open Arms» nel corso di tre salvataggi nell'agosto 2019. Cosa rischia? Sei anni di galera.
Ministro, fra tre giorni verrà pronunciata la sentenza Open Arms. Mi dice che sensazione ha rispetto all'esito?
«Sono fiducioso, perché voglio credere che l'Italia sia un Paese normale, e in un Paese normale chi difende i confini non viene condannato. In caso contrario, sarebbe una pessima notizia per il Paese e un motivo di festa per i trafficanti e per i nemici dell'Italia. Significherebbe che, qui, tutto è concesso».
Quali pensa potranno essere le sue reazioni umane e politiche in caso di condanna
«Certo fa effetto dover essere - da ormai 4 anni - un imputato che spesso va in udienza nelle aule bunker dove sono processati i mafiosi. I miei figli sono un po' preoccupati e mi chiedono tutto, ovviamente, ma sono in pace con la coscienza, curioso più che preoccupato, e in ogni caso andrò avanti a lavorare con impegno e passione. Parliamo di 3 anni di processo, 25 udienze, 45 testimoni dall'Italia e dall'Estero con interpreti, migliaia di documenti, milioni di euro di costi per i contribuenti».
Il premier all'epoca dei fatti era Giuseppe Conte. Condivise le sue scelte? E perché oggi solo lei si trova alla sbarra?
«Ovviamente sì, il mio avvocato Giulia Bongiorno l'ha documentato ampiamente. La verità è che siamo di fronte a un attacco politico, una vendetta della sinistra che ha deciso di mandarmi a processo per eliminare la Lega per via giudiziaria anziché elettorale. Imbarazzanti e penosi i vuoti di memoria di Conte e Toninelli, per giudicare la cui statura umana non occorre scomodare Sciascia...».
Pensa che la sua linea dura anti immigrazione sia servita o se tornasse indietro lascerebbe perdere?
«Rifarei tutto, i risultati che ottenemmo in un solo anno furono eccezionali e senza precedenti! Solo rispetto all'immigrazione: -79,6% di sbarchi, -95% di morti in mare, -55% di dispersi in mare».
Se l'assolveranno sarà una sentenza che farà scuola e giurisprudenza, e permetterà una svolta nelle politiche di contrasto all'immigrazione irregolare?
«Una assoluzione sarà una buona notizia per l'Italia, perché confermerà che la difesa della Patria è un sacro dovere di ogni cittadino come sancito anche dall'articolo 52 Costituzione».
Se la condanneranno che reazione pensa avranno i militanti della Lega?
«I leghisti sono abituati a mille battaglie e sanno che far parte di questa famiglia politica non concede comodità. Sento la totale vicinanza, non solo dei militanti ma di milioni di italiani: ringrazio tutti i cittadini che mi stanno dimostrando il loro appoggio, uno per uno, sono il risultato più bello di questo scandaloso processo. Pensi che sabato sera un signore a Milano mi ha detto Matteo, se ti condannano io sabato mattina vado in Commissariato e mi autodenuncio come mandante del tuo presunto reato, di fermare i barconi te lo abbiamo chiesto noi. Emozionante».
Fratelli d'Italia sembra essere assolutamente decisa a far quadrato per difenderla. E Forza Italia, con la quale spesso siete in polemica?
«Sono certo che tutti gli alleati siano al mio fianco. Non è solo un processo a Salvini, è un processo all'Italia».
Se venisse assolto, quale problema si porrebbe per la magistratura politicizzata?
«Non tutti i magistrati si comportano come dirigenti di Rifondazione comunista, quindi sono sereno e non penso alle eventuali reazioni di chi, come Magistratura democratica, lavora nei tribunali con il cuore a sinistra».
I tribunali continuano a non convalidare i provvedimenti di trattenimento verso immigrati che provengono da Paesi giudicati sicuri dal governo. È una guerra?
«È una scelta sbagliata, contro gli interessi del Paese ed errata anche dal punto di vista giuridico e tecnico. Ma sono certo riusciremo a risolvere questa anomalia».
La giudice Apostolico si è dimessa dall'ordine giudiziario perché si sentiva «schiacciata». Si sente un po' responsabile?
«No, piuttosto sono stato nel mirino della giudice Apostolico che scendeva in piazza contro di me. Io non ho partecipato a manifestazioni in cui insultavo la dottoressa Apostolico tra cori contro le forze dell'ordine. Lei ha fatto delle scelte: bisogna avere il coraggio di assumersene la responsabilità.
Sembra che nella Lega le acque siano un po' agitate. Romeo le ha lanciato una sfida?
«Assolutamente no, Romeo ha vinto un congresso unitario e partecipato. E la Lombardia non deve temere: proprio grazie alla Lega è ben rappresentata al governo e avrà la straordinaria vetrina delle Olimpiadi che condividerà col Veneto. Il tutto senza dimenticare che stiamo portando a casa l'autonomia che attendiamo da decenni. Otteniamo questi risultati grazie a una Lega nazionale che prende voti da Sud a Nord confermandosi forza del territorio. Nelle ultime ore è uscita una ricerca che mette ben 6 province lombarde tra le prime 15 per qualità della vita in Italia, mentre la Milano malgovernata dalla sinistra perde punti per l'allarme sicurezza. Con i nostri 220 sindaci lombardi e il nostro radicamento, possiamo fare grandi cose per la regione e per tutta Italia.
Il suo codice della strada sta facendo molto discutere. Grandi critiche anche da roccaforti leghiste come il Veneto che sente di esserne particolarmente colpito. Pensa di aver messo in campo misure troppo restrittive e illiberali?
«Assolutamente no. Vengono colpiti solo coloro che si mettono alla guida sotto effetto di stupefacenti, chi si distrae col cellulare o gli ubriachi recidivi. Non sono stati cambiati i livelli alcolici, per esempio. Sto leggendo troppe fake news. Ricordo che ogni anno perdono la vita in incidenti stradali 3mila cittadini. Una strage a cui bisogna porre un freno: per questo abbiamo aggiornato regole vecchie di decenni e che daranno maggiori garanzie anche alle due ruote, evitando gli autovelox selvaggi e imponendo regole civili ai monopattini».
Pensa a misure per limitare il diritto di sciopero nei trasporti?
«Abbiamo già condiviso un percorso per evitare che il prossimo anno, quello del Giubileo, sia rovinato da scioperi selvaggi. Certo, è necessario ragionare su norme ancora più incisive: ormai lo sciopero è diventato uno strumento di lotta politica».
Non teme che la legge sulle autonomie (o via Consulta o via referendum) finirà per sparire?
«Assolutamente no, è una riforma contemplata dalla Costituzione e renderà l'Italia più efficiente».
A conclusione mi dica la verità. Vorrei mi rispondesse solo con il cuore: ha paura di essere condannato?
«Paura no, di certo
sarei addolorato per i miei cari a partire dai miei figli. Ma ho ben presente una frase di Ezra Pound: Se un uomo non intende correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui».
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