La corsa verso Palazzo Chigi inizia da molto lontano. A differenza di quanto accadrà nel suolo patrio, il centrodestra concorrerà con una sola lista in quei collegi per gli italiani all'estero. Il simbolo c'è già. Ad annunciarlo ci ha pensato Berlusconi. Già ieri in mattinata sui social (piattaforme sulle quali punterà decisamente la campagna elettorale del leader azzurro) è comparso il simbolo. «Siamo stati noi a istituire il Ministero per gli italiani nel mondo - scrive Berlusconi su Twitter -, consentendo loro di scegliere i rappresentanti nel Parlamento italiano. Anche a queste elezioni politiche potete votare la lista unitaria del centrodestra che porta i nomi mio, di Meloni e di Salvini». Unica nota stonata: i dubbi sollevati dai centristi. Nel simbolo infatti compare una tricolore con i nomi dei tre leader e null'altro.
Anche la riunione che si è tenuta ieri al Senato negli uffici del gruppo della Lega e dedicata alla divisione dei collegi è stata aggiornata a oggi. I convenuti (per Forza Italia c'erano Antonio Tajani e il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, Ignazio La Russa, Francesco Lollobrigida e Giovanni Donzelli per FdI, i leghisti Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti, Lorenzo Cesa e Antonio De Poli per l'Udc e Saverio Romano per Noi con l'Italia) hanno confermato la sostanza dell'accordo preso nell'ultimo vertice. Secondo l'algoritmo che sfrutta una media tra diverse rilevazioni demoscopiche effettuate prima della caduta del governo Draghi i collegi verranno suddivisi secondo questa proporzione: 98 collegi a FdI, 70 a Lega, 42 a FI, 11 ai centristi (in capo a FdI). Nel caso l'Udc non riesca a presentare liste proprie - avverte Tajani - potrà contare sull'ospitalità di Forza Italia per i suoi candidati. Ma il tema di chi si debba far carico dei centristi è ancora aperto.
La coalizione punta a chiudere entro l'8 agosto. «La riunione è servita per fare un'analisi approfondita sui nuovi collegi - spiega Tajani - perché sono diversi da quelli delle elezioni del 2018 dopo il taglio dei parlamentari». Anche il cosiddetto «metodo Verdini», che divide i collegi in sei fasce di rischio (da quello blindato a quello impossibile) deve essere aggiornato proprio perché è cambiata la geografia stessa dei collegi.
Ieri è stato anche il giorno del primo video elettorale che caratterizzeranno da qui al 25 settembre la campagna elettorale di Berlusconi. Diffuso su tutti i social, il video-messaggio del leader azzurro batte sul tasto della partecipazione al voto e sull'argine che il buon governo del centrodestra rappresenta davanti ai rischi di una forte crisi economica. «Votare non è solo un diritto - dice -, è una precisa responsabilità che ognuno di noi ha verso il nostro futuro. Queste elezioni non sono come le precedenti: il prossimo governo avrà la possibilità di investire ingenti risorse, quei soldi che ho ottenuto in Europa per il nostro Pnrr per ricostruire la nostra economia indebolita dalla pandemia. La nostra Italia avrà tasse più basse, meno vincoli burocratici, una giustizia imparziale che tutelerà i cittadini. Si prenderà cura dei più deboli, e darà un futuro certo ai nostri giovani».
«L'Italia della sinistra invece, se vincesse - avverte Berlusconi -, sarà peggiore di questa di oggi, che tasserà le nostre case, i nostri risparmi.
Sarà un'Italia che continuerà a soffocare nella burocrazia e sarà bloccata da una infinità di veti che hanno frenato cantieri, infrastrutture e anche gli impianti, rendendoci dipendenti dall'estero per l'energia. Una dipendenza che è diventata un forte costo per le famiglie e che ha ostacolato l'attività delle imprese. Non saranno due Italie uguali».
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