La sequenza ininterrotta di aggressioni. Controlli e blitz? Non sono abbastanza

Da gennaio la Stazione è "sorvegliata speciale", ma bivacchi e violenze continuano. L'ultimo episodio solo sabato scorso

La sequenza ininterrotta di aggressioni. Controlli e blitz? Non sono abbastanza

L'ultimo episodio risale solo a sabato. Un uomo era stato aggredito, rapinato e ferito all'addome «con un oggetto appuntito». Per fortuna niente di grave, avevano detto in quell'occasione. Così come lo avevano detto appena qualche mese prima, a metà gennaio, quando un'altra persona era stata colpita a un gluteo con un coltellino mentre stava semplicemente caricando una valigia in auto. È andata bene, avevano minimizzato anche allora. È stato un pazzo, avevano detto. Uno dei tanti che bivaccano intorno alla Stazione Centrale. Pazzi, disgraziati, ubriachi, vagabondi, delinquenti veri, pusher che litigano, borseggiatori. A volte sono parecchi, a volte un po' meno, ma sempre tutti lì a fare da biglietto da visita alla città. Magari non succede niente. Cioè, niente di grave. Magari. Oppure no. Come è successo ieri.

Se c'era bisogno di una conferma che il senso di disagio, o di vero e proprio pericolo che si prova camminando, correndo, cercando di prendere un treno o aspettando che qualcuno arrivi in quelle vie intorno alla Stazione Centrale di Milano, specie in alcuni punti e specie in alcune ore, non sia solo una sensazione ma un rischio concreto, ora è arrivata. Ed è anche la conferma di molte altre cose che si sanno da tempo. Che si «sentono», prima ancora che accadono. Per esempio che i problemi lì non si risolvono a colpi di restyling con il nuovo «Mercato Centrale» e i suoi modaioli ristoranti. Serviti a qualcosa ma non a molto. Così come purtroppo non bastano i controlli di prevenzione, fortemente voluti da Giorgia Meloni e avviati a Milano proprio dal 16 gennaio scorso con uno schieramento delle forze dell'ordine ormai fisso e regolare. Solo il 7 febbraio erano state identificate 1625 persone di cui 607 stranieri. Una era stata arrestata, venti denunciate. Il bollettino registrava anche l'espulsione di 6 stranieri, il controllo di 132 veicoli, e di 15 esercizi commerciali. Un successo? Ci chiedevamo allora. E la risposta era stata sì senz'altro ma solo lì per lì. Anche perchè resta tutto circoscritto alla Stazione, allo scalo e poco più in là. Ma evidentemente c'è da fare altro. E c'è da allargare il raggio di azione degli interventi, ben oltre la Centrale. Sono mesi, diventati forse anni che chi lavora e abita nelle zone intorno alla Stazione chiede maggiore sicurezza. Maurizio Naro, presidente della Federalbergi e anche di Central Discrict, il comitato nato proprio con l'intento di affrontare i problemi del quartiere non si era limitato a lamentarsi quando era stato interpellato dopo l'ennesimo ferimento di quelli da «niente di grave». «L'unico modo per risolvere in modo indolore questa situazione - aveva fatto notare appena qualche mese fa - è disturbare i traffici di chi gravita nella zona». Come? Lo avevano specificato chiaramente con una precisa richiesta. «Avevamo chiesto che venisse istituito il divieto di bivacco, come già succede ad esempio in piazza San Marco a Venezia dove alcuni volontari invitano le persone ad alzarsi.

Ma non è stato recepito». Così chi si trova alla Stazione tiene stretta la valigia insieme al suo disagio. Si guarda davanti, intorno ma anche dietro. Si fa venire a prendere da qualcuno. Perché non si sa mai. Ora, invece, si sa.

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