Si decide sui nomi eccellenti. E i pm milanesi temono lo stop

Al vaglio oggi le posizioni dell'assessore Tancredi e degli altri. Spuntano nuove chat di Catella e Malangone: "Dai ragazzi..."

Si decide sui nomi eccellenti. E i pm milanesi temono lo stop
00:00 00:00

Il secco no agli arresti arrivato dal tribunale del Riesame in fondo non ha fatto molto rumore. Non sono roboanti i nomi degli arrestati per i quali ha già deciso, martedì, la liberazione immediata, senza disporre nessuna misura cautelare: il costruttore Andrea Bezziccheri, di Bluestone, e l'architetto Alessandro Scandurra.

Lo sono invece quelli che compariranno stamattina: si tratta dell'ex assessore all'Urbanistica di Palazzo Marino Giancarlo Tancredi, dimessosi poche ore dopo la richiesta di arresto della procura, il presidente della commissione per il Paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella. Per non parlare del nome più eccellente di tutti, tra quelli che compaiono nell'ordinanza di arresto, che sarà al Riesame mercoledì prossimo: il numero uno del colosso dell'edilizia Coima Manfredi Catella. Che a Milano conoscono tutti, perché è il costruttore che negli ultimi vent'anni ha modificato il volto della città, da Porta Nuova, a piazza Gae Aulenti, al Bosco Verticale.

Lo ha fatto, secondo la procura, non grazie a visione e capacità imprenditoriale, ma per un patto occulto di "dimensioni sconcertanti e di autentico allarme sociale" con Beppe Sala (anche lui indagato) e la sua giunta. E anche, dicono gli inquirenti che in una memoria citano il rapporto del governo Monti sulla corruzione, grazie al "ridimensionamento della capacità propria delle amministrazioni comunali di realizzare l'interesse pubblico". Tradotto: a Palazzo Marino non hanno saputo mettere un freno alle mani dei privati.

È naturale quindi la preoccupazione al quarto piano della procura per le prossime decisioni del tribunale della libertà.

Già la notizia della liberazione di Scandurra e Bezziccheri ha fatto alzare qualche sopracciglio. Se dovesse annullare anche questi provvedimenti, l'inchiesta ne sarebbe indebolita. E infatti i pm hanno già annunciato ricorso in Cassazione per i primi due. Dieci giorni fa, durante le perquisizioni del nucleo Pef della guardia di Finanza, sono state fatte le copie forensi dei telefoni degli indagati. Alcune chat, come quelle tra Catella e Sala, sono già a disposizione dei difensori: in tutto quattromila pagine di messaggi whatsapp tra gli indagati. Anche gli scambi, 85 pagine viene riferito, tra il numero uno di Coima e il primo cittadino. "Scusaci se non siamo all'altezza. Dirò a Tancredi di incontrare i tuoi", il messaggio di Sala al big del mattone, forse indispettito o sarcastico rispetto a una qualche richiesta di Catella. Nella sua memoria depositata al Riesame, la procura invece dà conto di alcuni messaggi a suo dire significativi.

Una chat valorizzata è quella del 12 dicembre 2024, in cui sembra secondo la procura si parli dello "sblocco dei progetti" Pirelli 39 e Largo de Benedetti. Catella scrive, riferendosi a Malangone: "Sei un artista. Dai ragazzi adesso sbloccateci su questi progetti plz caffe quando vuoi".

Dalle chat, agli incontri bisettimanali con l'amministrazione comunale. "Cari grazie per l'incontro, nel frattempo oggi incontriamo il primo ministro in Grecia per programma di edilizia sociale. Come suggeriva Christian scriveva Catella lo scorso 30 maggio in una chat di gruppo con Malangone e Tancredi- se concordate proporrei di programmarci un incontro bisettimanale per i prossimi due mesi. Se ok chiedo di programmare, buona giornata".

Su questo punto, Catella si era già difeso ampiamente davanti al gip. "Credo sia lecito che un soggetto che deve proporre un progetto abbia una relazione normale, regolare e continua con i rappresentanti del Comune, cosa che noi abbiamo". Chissà cosa ne pensa il Riesame.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica