
Oscar Wilde aveva previsto tutto: "I fatti miei mi annoiano sempre a morte, preferisco quelli degli altri". E così via andare, nei secoli il pettegolezzo ha preso corpo e, come l'aria, non se ne può fare a meno. Perché sbirciare è il momento più eccitante, origliare poi accentua la curiosità, infine riferire il video e l'audio completa l'opera. L'estate è la stagione migliore, lo spogliarello non si limita agli abiti in spiaggia ma alla capacità di togliersi di dosso tutto o quasi e incominciare a farsi gli affari degli altri per renderli infine nudi. I social raccolgono una popolazione infinita di gossipari, Roberto D'Agostino ne ha fatto un business interessantissimo e intelligente, l'insegna dell'azienda, Dagospia, è il riassunto dell'impresa perché, come diceva lo stesso Wilde, la vita è tutto quello che accade mentre ti stai occupando d'altro e questo altro è il mormorio del vicino, la fuitina del coinquilino, sono le corna dell'attore o dell'attrice, il Var fotografico che accerta il tradimento, se ne parla, accade dalla fondazione dell'impero umano, basterebbe farsi un giro nel sud d'Italia o in certi borghi padani, alle sei della sera, davanti ai bassi, sedie e ventagli a ciacolare di quello che accade in paese, gossip popolaresco, roba bella fresca di giornata che poi si gonfia, lievita e diventa fatto nazionale, sociale e sociologico, dal marciapiede al salotto è un attimo, stesso brusio, stesse insinuazioni per poi trovare la celebrazione artistica nella letteratura e nella musica, Rossini e Shakespeare, la calunnia è un venticello o molto rumore per nulla, così citati a memoria e a caso, storie di corte ad acchiappare l'interesse del pubblico, siamo sempre nello stesso cortile, nello stesso condominio di voci mai chiare, mai ben individuabili.
E allora ecco che la canicola estiva rilancia il pettegolo nelle sue migliori interpretazioni, la ciancia riesce a traslocare da un fatto crudele di cronaca nera ad episodi di infedeltà, coppie scoppiate, amori da spiaggia, divorzi, il meglio che riesce a produrre la fantasia umana, perché spesso di questo trattasi, del romanzo che prende il posto della cronaca vera, della fiction spacciata come autentica realtà, non si contano le balle ma si ripropongono, la vita ormai è un reality show senza interruzioni per la pubblicità ma le amarezze sono asperrime, mica finisce tutto davanti alle telecamere, se l'Isola delle tentazioni fa ascolti significa che esiste una ruota della fortuna non condotta da Gerry Scotti ma da noi stessi, seguire l'evento in tivvù significa riaccomodarsi sulla sedia sistemata sul marciapiede davanti a casa, si assiste alla tresca e se ne discute sventolandosi per l'afa.
Non possiamo farne a meno, addirittura lo abbiamo studiato a scuola, perché che altro è la Divina Commedia? Che altro sono i peccati e i peccatori all'Inferno? Un pettegolezzo con nomi e cognomi e non basta cavarsela con "non ragioniam di loro ma guarda e passa". Oggi si ragiona assai, si guarda e non si passa, anzi si aspetta il girone successivo, prima di uscire a riveder le stelle.