Sindaco nel bunker provato e stremato. Tancredi assediato è pronto a lasciare

L'assessore, spacciato, si dimetterà lunedì. E anche Sala ora riflette sul passo indietro

Sindaco nel bunker provato e stremato. Tancredi assediato è pronto a lasciare
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Il sindaco Beppe Sala è pronto a perdere il secondo assessore da quando è scoppiata la tempesta giudiziaria sull'urbanistica milanese. Solo cinque mesi fa aveva dovuto lasciare l'incarico Guido Bardelli (non indagato) per una chat scambiata con il primo dirigente comunale arrestato, Giovanni Oggioni; ora sarebbe pronto a dimettersi Giancarlo Tancredi, che gestisce la Rigenerazione urbana (i dossier più pesanti) e per lui la Procura di Milano ha chiesto mercoledì scorso gli arresti domiciliari. Dovrà presentarsi il 23 luglio davanti al Gip per l'interrogatorio di garanzia, farlo senza avere più incarichi istituzionali potrebbe alleggerire la sua posizione. Aveva già espresso al sindaco la disponibilità a dimettersi, ma formalmente l'atto ufficiale è (ancora) rinviato a lunedì, nonostante i pressing del Pd che da giorni chiede "cambiamenti concreti" e immediati. Sala vuole difendersi dalle accuse e spiegare personalmente le prossime mosse lunedì in Consiglio comunale. Non si escludono colpi di scena: le sue dimissioni? Ci sta riflettendo come ha confessato ai fedelissimi che incontrato nel corso della giornata.

Ieri infatti è stata una giornata di incontri serrati per gestire il terremoto a Palazzo Marino. Sala ha incontrato Tancredi per la terza volta nel suo ufficio. L'assessore dimissionario è arrivato in scooter alle 14,15 e ha lasciato Palazzo Marino un'ora e mezza dopo, senza rilasciare commenti. Tutto lasciava presupporre l'arrivo di una nota ufficiale da parte del Comune sulle dimissioni, tanto più che mentre era in corso il faccia a faccia è uscita la prima nota ufficiale della segretaria Pd Elly Schlein sul caso Milano. È rimasta in silenzio per tre giorni (aveva fatto trapelare solo una telefonata di "solidarietà e vicinanza a Sala" la sera prima), ribadisce ora la "fiducia nel lavoro della magistratura" e che "il Pd è al fianco del sindaco Sala" e "continua a sostenere il lavoro che l'amministrazione farà nei prossimi due anni" ma sottolinea che c'è la "piena consapevolezza che oggi le sfide, dall'abitare alla transizione ambientale, sono diventate più pressanti e urgenti e richiedono segnali di innovazione e cambiamento", e "il Pd di Milano darà il suo massimo contributo e supporto al sindaco in questa direzione". Tradotto: all'urbanistica e alla giunta serve un cambio di rotta. Ma l'annuncio non arriverà prima del Consiglio di lunedì, a cui molto probabilmente sarà presente anche Tancredi, si confronterà anche oggi con i suoi legali per studiare la strategia.

Sala ha incontrato i consiglieri di Europa Verde e una delegazione del Pd guidata dal segretario provinciale Alessandro Capelli, colonnello locale della Schlein: "È stato un incontro positivo - ha commentato - noi abbiamo espresso al sindaco la necessità di cambiamenti concreti, e siamo rimasti d'accordo che ci rivedremo nel fine settimana". Una parte della maggioranza sostiene invece che Tancredi dovrebbe arrivare in carica dal Gip, per rafforzare la linea di trasparenza sua e del sindaco.

Sala chiuso nel bunker studia le carte e il discorso da fare all'aula, FdI e Lega preparano l'assedio, linea morbida dal Pd. Chi lo ha incontrato in questi giorni ed è abituato a vederlo indossare la corazza da supermanager lo descrive "provato", "stremato".

È stato però confortato dai messaggi di sostegno del Pd ma anche, dalla parte opposta, dai governatori leghisti Attilio Fontana e Massimiliano Fedriga e soprattutto dal premier Giorgia Meloni che ha frenato l'assedio dei suoi ribadendo che "un avviso di garanzia non porta l'automatismo delle dimissioni, non cambio posizione politica in base al colore politico dell'indagato".

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