Da Sofia a Berlino (aspettando Parigi). L'onda conservatrice che può cambiare l'Ue

La Finlandia conferma la tendenza già emersa in Bulgaria e nella capitale tedesca. Le prossime elezioni in Francia, Spagna e Grecia

Da Sofia a Berlino (aspettando Parigi). L'onda conservatrice che può cambiare l'Ue

La prima conseguenza del nuovo vento conservatore che spira in molti paesi europei riguarda gli equilibri, presenti ma soprattutto futuri, guardando alla nuova Commissione. Le elezioni in Finlandia e Bulgaria che hanno visto vincere le destre, si sommano al neo sindaco berlinese non più socialista, alle prossime politiche in Spagna e Grecia, e alle legislative in Francia, dove il destra-centro è dato in vantaggio rispetto agli attuali governi, fino alla conferma di Massimiliano Fedriga in Friuli Venezia Giulia. Significa che, dati alla mano, all'orizzonte si apre uno scenario completamente di rottura rispetto al recente passato, non solo legato alle elezioni europee del maggio 2024, ma al successivo e potenziale accordo tra conservatori e popolari europei per ottenere una Commissione politica e non più di larghe intese.

A Helsinki il partito socialdemocratico della premier uscente Sanna Marin è stato superato dalla Coalizione nazionale guidata da Petteri Orpo e dall'ultra destra di Riikka Purra. La frugale Finlandia, dunque, sceglie la destra e il paniere di temi sensibili a quelle latitudini come il poco debito pubblico e la sicurezza legata alle migrazioni: questa la piattaforma ideale su cui il neo premier Orpo dovrà trovare la quadra con gli alleati della coalizione.

Destra-centro vincente anche a Sofia, dove al primo posto delle politiche si è classificato il partito conservatore Gerb dell'ex primo ministro Boiko Borissov. Anche se i voti ottenuti forse non saranno sufficienti a formare un nuovo governo, è un fatto oggettivo che la componente socialista è stata sconfitta, come accaduto dopo più di 20 anni di dominio incontrastato a Berlino. Il nuovo sindaco è il cristianodemocratico Kai Wegner, mentre la Spd di Olaf Scholz ha fatto segnare il peggior risultato di sempre che le varrà la triste poltrona di alleati di minoranza del nuovo governo della capitale.

L'assetto europeo sta rapidamente mutando, in attesa delle elezioni spagnole, greche e francesi. A Madrid i popolari sono in vantaggio e se alle urne di fine anno dovessero vincere e andare al Governo con Abascal e il suo Vox, ecco che si concretizzerebbe un'altra scossa al baricentro europeo. Idem a Parigi dove il fronte lepenista del Rassemblement National, salito a 26% nei sondaggi, ha ricevuto nuova linfa dalle protesta di massa contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron. Infine la Grecia, dove i conservatori di Mitsotakis al voto del prossimo 21 maggio cercano una conferma: sono dati in testa e, anche se dovessero essere costretti a un'alleanza con il centro, resteranno comunque avanti alla sinistra di Tsipras.

In occasione del congresso di Dublino del 2014 il Ppe era «al governo»

in 17 Paesi Ue su 28. Nel 2021 solo in 7. Anche per questa ragione la nuova ondata conservatrice presente in Finlandia, Bulgaria, Italia, Spagna e Italia potrebbe sancire un cambio di passo su tutto lo scacchiere europeo.

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