Il solito "concertone" allestito dalla sinistra per suonare la grancassa contro i moderati

Sindacati, vip, cantanti e dem contro il "regime". Solo Conte rimane defilato

Il solito "concertone" allestito dalla sinistra per suonare la grancassa contro i moderati

La coppia Landini-Schlein arruola le star per muovere l'attacco al governo Meloni. Quest'anno non c'è Fedez sul palco di piazza San Giovanni a Roma. Ma il parterre del concertone del primo maggio è ricco di vip e ospiti anti-Meloni: Piero Pelù, Ambra, Emma. Una batteria di fuoco da schierare contro l'esecutivo che nelle stesse ore si riunisce a Palazzo Chigi per varare un pacchetto di misure per lavoratori e imprese.

Si sta definendo la scaletta. Il copione è però ben noto: antifascismo, Costituzione e diritti Lgbt. Per i lavoratori poco o nulla. La decisione di celebrare la riunione di governo del giorno della festa dei lavoratori fa letteralmente impazzire la sinistra a trazione Landini-Schlein. Si defila il capo dei Cinque stelle Giuseppe Conte che non alza i toni contro il premier Meloni, senza però rinunciare alla critica. È tutto pronto per il concertone. Anche gli spazzini pagati dal Comune di Roma sono mobilitati per la causa. Il sindaco Roberto Gualtieri d'intesa con Ama, la municipalizzata che si occupa dei rifiuti nella Capitale, pagherà gli straordinari agli operatori per ripulire l'area dopo l'esibizione degli artisti di sinistra. La triplice Cgil, Cis e Uil si raduna a Potenza di mattina. Mentre a Roma, in piazza, va in scena il tradizionale show trasmesso dalla Rai. Dalle 15 alle 23. Una carrellata di vip in campo per Landini e Schlein. La vigilia del concertone è carica di tensione. Landini sbrocca: «Convocare il Cdm nel giorno della festa dei lavoratori è un atto di arroganza».

L'ex leader della Cgil, Susanna Camusso, oggi parlamentare del Pd, non si trattiene: «Convocare alle 19 di domenica il sindacato per dirgli cosa il governo farà la mattina dopo nel decreto lavoro è più di una provocazione, siamo quasi all'insulto».

I sindacati accusano il governo di lavorare. Un paradosso. Meloni replica: «Vorrei ricordare al segretario Landini che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell'ordine fino ai tecnici, che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni. Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno. Non la pensiamo così e rispettiamo l'iniziativa della triplice, così come chiediamo rispetto per il nostro lavoro».

Lucia Annunziata si porta avanti e offre al segretario Uil Pier Paolo Bombardieri il palco di Mezz'ora in più su Rai 3 per anticipare il comizio di oggi: «È un atto di propaganda. Nel metodo: c'è un problema, il governo ci convoca alle 19 su un decreto sul quale probabilmente non sarà possibile fare delle modifiche. Forse è perché dà fastidio che la narrazione del Primo Maggio sia fatta solo dai sindacati. Il governo cerca di andare in concomitanza. È un atto legittimo ma è un atto di propaganda» dice il capo della Uil.

Dalla Sicilia la segretaria del Pd attacca: «Noi stiamo stufi di vedere le sacche di lavoro povero e precario che condannano le nuove generazioni, le donne e giovani, soprattutto al Sud, a una precarietà insopportabile che il governo di Giorgia Meloni vuole aumentare ulteriormente, rafforzando il ricorso ai contratti a termine, estendendo l'utilizzo dei voucher, la forza più

becera di precariato nel lavoro».

Il capo dei Cinque stelle resta defilato. Parlano i suoi. Si muovono, invece, i cattolici con la Cei in pressing sul governo per alleggerire il peso dello stop al reddito di cittadinanza.

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