Roma Raddrizzare la rotta. Riempire il preoccupante vuoto di contenuti. Supportare l'«insupportabile» Matteo Renzi, sempre più chiuso nel proprio splendido cyber-mondo. Eppure c'è un mondo, un altro mondo, fuori da Palazzo Chigi e dalle dorate veline renziane. Un mondo (giustamente) preoccupato di quel che accade e di quel (poco) che il reuccio di governo riesce a produrre di buono. Compreso il Pd, ormai ridotto a brandelli. In questo senso, le amministrative di primavera sono cruciali per Renzi. Continua a circolare persino la voce di un rinvio, anticipando le Politiche, di quelle a Roma, vero spartiacque tra una vittoria e una sconfitta renziana.
I sondaggi, ultimo quello del Cise per il Sole 24Ore, mostrano una linea di tendenza chiara: in caso di ballottaggio (anche a livello nazionale), il Pd è perdente di fronte ai Cinquestelle; a Roma, complice il pasticciaccio brutto con Marino, Mafia Capitale eccetera, non è neppure detto che il Pd ci arrivi, al ballottaggio. Ecco allora spiegato l'antefatto dell'altra-Leopolda tenuta ieri l'altro dall'ex sindaco Rutelli, operazione di centro che si prefigge di fornire un minimo di progettualità al renzismo, di tenere assieme ciò che resta del Pd, di riformulare in senso «civico e movimentista» il partito, occhieggiando a quello della Nazione prossimo venturo. Magari scippare al centrodestra il candidato più presentabile e salottiero, Alfio Marchini, che giustamente si tiene nel mezzo. A Palazzo Chigi c'è chi gli preferisce Giachetti, e chi attende che si decida Gabrielli. Essendo l'arrogante provincialismo fiorentino il punto debole del premier-segretario, il rutellismo ne ha costituito la sua dorsale romana ed è chiaro come ora si mobiliti e offra questo «contributo» al Pd, sempre che il Pd voglia «un momento di ripartenza», come ha detto Rutelli. La crisi interna tra guelfi e ghibellini è un interessante motivo di studio dai promettenti sviluppi.
«Con Matteo non mi sono sentito, ma i suoi sono tutti qui. E gli altri hanno lavorato con noi: Gentiloni (era il suo portaborse/voce, ndr), Sensi (successore di Gentiloni), Buonaccorsi, Giachetti...», così rivendicava Rutelli al solipsistico premier-segretario.Renzi, ancora una volta, pensa di cavarsela contando sulle sue forze e non sul vecchio apparato che tanti danni ha fatto. Il nuovo «credo» diramato ai suoi alfieri è quello del movimentismo e dell'ascolto dei cittadini (come si vede, non dissimile al terreno di sfida proposto da quel vecchio volpone di Rutelli). Lo diceva ieri il senatore Marcucci, parlando del crollo di iscritti: «I partiti stanno cambiando natura in tutto il mondo occidentale, la militanza oggi si fa on line... Il Pd si sta preparando per rafforzare la partecipazione diretta».
Populismo che mirerà anche a trovare nomi ultra-popolari per le primarie che Renzi vuole tutte il 20 marzo (ma Milano e Napoli spingono perché la data resti quella già fissata al 7 febbraio). Com'è noto, la sinistra dem non vuole includere Ncd, mentre il ministro Orlando apre uno spiraglio ai centristi, sia pure come «antidoto al partito della Nazione». Tesi balzana, e contraddetta da Cicchitto, che non attende altro: «Vogliono far perdere le elezioni a Renzi per poi mettere in discussione il governo e la segreteria...», insinua.
La verità è che è tutto in alto mare. Molto dipenderà dagli scenari economici e internazionali; si guarda alla luna, per capire l'ora di tramonto dello stellone. Renzi sogna spazi infiniti, e forse basterà lasciarlo dormire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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