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La soluzione della Lombardia? Reclutarli per la vendemmia

"Facciamo lavorare nei campi i percettori del Rdc"

La soluzione della Lombardia? Reclutarli per la vendemmia

Reclutare per la vendemmia i beneficiari del reddito di cittadinanza. L'idea è stata portata in giunta regionale lombarda dagli assessori Fabio Rolfi (Agricoltura) e Melania Rizzoli (Lavoro), dovrebbe dare i suoi frutti subito e nasce dalla penuria di personale, determinata dal Covid e dalla quarantena obbligatoria prevista per la manodopera straniera, tradizionalmente soprattutto rumena e slava. Ai 15 giorni di stop per ragioni di sicurezza sanitaria si è aggiunto un altro problema: l'ostinazione con cui il governo ha detto «no» ai voucher. «La penuria - spiega Rolfi - è legata a questi due problemi e alla scelta politica del governo, e del ministro Teresa Bellanova in particolare, di non reintrodurre i voucher che avrebbero facilitato le assunzioni anche settimanali soprattutto degli italiani». «Il ministro - prosegue Rolfi - ha puntato tutto sulla sanatoria, che però in Lombardia ha portato a 500 domande di regolarizzazione a fronte di un fabbisogno di 4-5mila persone. Noi abbiamo un protocollo concordato con i sindacati e le associazioni di categoria per la vendemmia in sicurezza con tampone e controllo della temperatura, ma servivano soluzioni».

La soluzione è stata scomodare i «navigator». «Mettere a disposizione del comparto - spiega l'assessore - i nominativi delle persone che in Lombardia sono beneficiari del reddito, si trovano alla ricerca di lavoro e possono cumulare un reddito assistenziale e uno stagionale. Potrebbero lavorare in campagna dando una mano anche per evitare che uva o frutta marciscano». La Lombardia, insomma, favorirà l'incontro tra domanda e offerta di lavoro coinvolgendo i percettori del reddito di cittadinanza, e raccoglierà le candidature d'intesa con le organizzazioni professionali e col contributo dei centri per l'impiego, a cui i candidati potranno inviare la propria mail di adesione con indicazione «Vendemmia 2020».

Per rendere l'azione più efficace le organizzazioni professionali segnaleranno ai centri per l'impiego e alla direzione generale Agricoltura e sistemi verdi i profili professionali richiesti: luogo di lavoro, durata e tipologia dei contratti. «Stiamo incrociando i dati e li comunicheremo anche in giornata - dice Rolfi - nella speranza che i beneficiari accettino. Per la legge non si possono rifiutare più di due proposte».

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