Interni

Sondaggio: "Fi cresce di 5 punti". L'esperto: "Gli anti in calo"

Cinque punti percentuali in un giorno, anzi in poche ore. Sarebbe questo, per un primo sondaggio diffuso ieri, l'impatto che la scomparsa di Silvio Berlusconi ha avuto sugli orientamenti degli elettori

Sondaggio: "Fi cresce  di 5 punti". L'esperto: "Gli anti in calo"

Ascolta ora: "Sondaggio: "Fi cresce di 5 punti". L'esperto: "Gli anti in calo""

Sondaggio: "Fi cresce di 5 punti". L'esperto: "Gli anti in calo"

00:00 / 00:00
100 %

Cinque punti percentuali in un giorno, anzi in poche ore. Sarebbe questo, per un primo sondaggio diffuso ieri, l'impatto che la scomparsa di Silvio Berlusconi ha avuto sugli orientamenti degli elettori.

La morte dell'ex presidente del Consiglio - questo risulta evidente a tutti - ha provocato un'ondata di commozione e partecipazione generale, ed è prevedibile che questo abbia un impatto anche sulle intenzioni di voto future, oltre che sul quadro politico. Qualcosa del genere è accaduto anche nel 1984 con una figura molto diversa da Berlusconi: Enrico Berlinguer. L'allora segretario del Pci morì a pochi giorni dalle Europee e sull'onda della sua scomparsa il partito alle urne superò per la prima e unica volta la Dc.

Verosimilmente questo impatto ci sarà e «Scenari politici», tramite Winpoll, ieri ha provato a misurarlo cominciando a sondare le attuali intenzioni di voto, rilevando che «Forza Italia guadagna circa 5 punti percentuali», fino a tallonare i 5 Stelle. «Importante - dicono - evidenziare come i voti verso Forza Italia provengano dal Terzo Polo, dalla Lega e dal non voto». Le prossime rilevazioni diranno se questi movimenti si stabilizzeranno o saranno effimeri.

Sull'effetto di questo lutto nazionale, Il Giornale ha provato a interrogare Renato Mannheimer, sondaggista e sociologo che guida l'Ispo. «Sicuramente - riflette - saranno, e sono, momenti anche divisivi, la maggioranza degli italiani ha visto con favore Berlusconi ed è commossa per la scomparsa di quello che considera un grande innovatore. C'è anche, verto, una quota di antiberlusconismo tuttora esistente, quello che fa polemica sui funerali o per il lutto nazionale, ma credo che questa divisione sarà ricomposta in un giudizio sugli aspetti positivi e negativi, su vittorie e sconfitte». Per Mannheimer, l'area antiberlusconiana si è ridotta. «Credo che un 25% viva ancora questo antiberlusconismo radicale ma un tempo era il doppio. In alcuni prevale l'aspetto politico, in altri il lato umano e giudiziario. C'è ancora un'area presente sì, però dai sondaggi emerge anche che la fiducia nella magistratura, che 20 anni fa era molto elevata, oggi è crollata, e sta intorno al 30%».

Molto difficile, quindi, capire anche cosa succederà a Forza Italia: «Fi era Berlusconi - osserva Mannheimer - gli elettori votavano Fi ma votavano per lui, perché c'era il suo nome nel simbolo. Quello che accadrà dipenderà dalla attuale leadership. Certo, ci saranno appetiti verso questo pezzo di centrodestra liberale. Un pezzo importante, perché anche l'8% è un bel mucchio di voti. Meloni potrebbe andare verso un partito liberale di massa, oppure potrebbe essere Renzi a tentare di appropriarsene.

Dipenderà tutto dalle scelte che faranno i dirigenti del partito, Tajani in testa».

Commenti