La sorpresa Cucinelli. "Il governo è promosso"

Il re del cashmere, imprenditore vicino alla sinistra, elogia l'esecutivo: "Molto positivo per la nostra Italia e per l'Europa"

La sorpresa Cucinelli. "Il governo è promosso"
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«Io sono molto positivo» sulla situazione europea «e sono molto positivo per la nostra Italia». Brunello Cucinelli, ieri a Milano per l'incontro annuale con il mercato finanziario della Consob, ha ribadito la fiducia degli alfieri del made in Italy nei confronti del nostro Paese. Chi esporta il lusso tricolore e l'Italian way of life ai quattro angoli della Terra ha sempre dato dimostrazione di amor patrio, soprattutto nel momento in cui la concorrenza globale alle nostre produzioni globali si fa comprando aziende intere (e la Francia da questo punto di vista ne sa qualcosa).

«Credo che siamo forse uno dei migliori Stati sociali al mondo, siamo dei grandi manifatturieri, con lo 0,7% della popolazione siamo la settima potenza al mondo, abbiamo il 7% di disoccupazione. Io sono affascinato dalla mia Italia e dal mondo che sta arrivando, con l'Ia e tutto», ha detto il re del cashmere. Interpellato sul governo, Cucinelli ha risposto: «Lo promuovo sicuro. Io voglio vivere da italiano, voglio collaborare con il mio governo, chiunque esso sia e in qualunque momento». Infine ha assicurato di voler «essere un'azienda italiana, che paga le tasse in Italia per i miei figli e nipoti e per chi verrà dopo di loro. Siamo una bella nazione». Si tratta di una presa di posizione sicuramente non partigiana considerato che Cucinelli ha più volte rivendicato la propria «cultura socialista» pur riconoscendo alla premier di «aver aumentato la credibilità del nostro Paese».

Il primo a spezzare una lancia nei confronti di Meloni fu nel febbraio scorso un altro «insospettabile» come Giorgio Armani che a esplicita domanda di un giornalista inglese al termine di una sua sfilata replicò: «La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha due elementi importanti in corpo abbastanza robusti, non ce li ha ma è come se li avesse». Sulla politica e le strategie del governo «non sono così competente», proseguì, ma «ha un bellissimo viso ed è il carattere che conta». D'altronde, per Armani l'essere italiano non è un fatto secondario e lo testimonia il fatto di essere sponsor sia della Nazionale che delle rappresentative olimpiche.

Discorso simile per Diego Della Valle che non si è mai unito al coro dei critici per partito preso e l'anno scorso dalla tribuna di Otto e mezzo non partecipò al solito tiro al bersaglio. «Auguriamoci che facciano bene comunque. E' giusto che il governo voglia essere amico delle imprese. È indispensabile in un momento così complicato per l'economia mondiale e italiana. Ho un grandissimo piacere se questo governo riesce a fare le cose che servono. Sarà importante rispettare gli impegni europei presi e cercare di occuparsi di chi non arriva alla fine del mese». A distanza di dodici mesi si può dire che proprio quelle siano state le due linee guida: da un aprte il Pnrr e dall'altra il taglio del cuneo per i redditi bassi. Anche se ha ritirato Tod's dalla Borsa insieme al fondo L Catterton, Diego Della Valle resta sempre un «tifoso» tanto da sponsorizzare il Padiglione Italia della Biennale di Venezia, un'altra azione benefica dopo il restauro del Colosseo. «Sostenere il Made in Italy vuol dire agire, elaborare progetti per il Paese. La cultura è la base da cui partire, in qualsiasi forma si esprima. L'arte è sicuramente la più riconoscibile».

Analoga valutazione è stata fatta di recente da Salvatore Ferragamo, figlio di Ferruccio e responsabile della Tenuta Il Borro, che oltre a essere un'azienda vitivinicola è anche un resort a cinque stelle. «L'elemento fondamentale del lusso è il made in Italy, che continuerà a essere premiante nel lungo periodo. Per me il divario fra chi produce made in Italy e chi non produce in Italia sarà sempre più marcato», ha sottolineato. Pensare italiano è importante anche per Miuccia Prada (Miu Miu). «Io difendo l'Italia abbastanza a tutti i costi. Sì, lo dico.

Ma io difendo l'Italia perché mi scoccia essere sottovalutata», ha rilevato. Gildo Zegna, invece, il Made in Italy lo fa crescere anche con la finanza e la quotazione a Wall Street tre anni fa è servita anche per aprire una fabbrica moderna a Parma per calzature e pelletteria.

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