P itbull per Putin. Sotto il cielo dei Cinque Stelle ieri arrivano due cartoline, una da Montecitorio e l'altra dalla Russia. Nella prima i deputati di Grillo hanno le facce arrabbiate, come cani da combattimento. Stanno davanti all'ufficio di Laura Boldrini. Urlano: «Vergogna, vergogna!». Fanno la faccia da pitbull, hanno espressioni combattive. Menano, scagliandosi contro i commessi. L'immagine dell'ultimo attacco al Palazzo d'inverno è del 22 marzo scorso, secondo giorno di primavera. Ieri è arrivata la risposta. L'Ufficio di presidenza della Camera ha deciso di sospendere per 15 giorni i 19 deputati Cinque Stelle che «tentarono di fare irruzione nell'ufficio di presidenza mentre si votavano le delibere sulle pensioni dei parlamentari». Sono «condanne articolate», in totale colpiscono 42 dei 91 deputati pentastellati: prevedono anche 10 giorni di sospensione per chi ha protestato in aula, ma restando nel proprio banco e 12 giorni per chi ha protestato sotto i banchi della presidenza. Scendono invece a 5 le giornate di squalifica per chi ha «solo» protestato davanti alla porta dell'ufficio di presidenza. Perché fanno così lo spiega al volo Carlo Freccero, consigliere d'amministrazione della Rai, guru della televisione, amato dai grillini: «Questo è ciò che vuole il loro elettorato». E infatti, nel Movimento, si esulta una seconda volta dopo la presunta «mazzata» delle sospensioni che quasi dimezza il gruppo alla Camera, ma raddoppia la demagogia pentastellata. L'ex direttore di Rai due taglia corto: «E certo, rafforza l'immagine che i Cinque Stelle stiano lottando contro i privilegi dei parlamentari, cosa certamente gradita agli elettori». Intanto Riccardo Fraccaro, componente Cinque Stelle dell'ufficio di Presidenza, al termine della riunione, dice: «I giorni di sospensione saranno scaglionati per evitare una assenza di massa in aula e comunque non riguarderanno i giorni in cui sarà votato il biotestamento, così come chiesto dal Movimento». Fraccaro ovviamente si è astenuto, tutti gli altri componenti hanno votato a favore delle sospensioni. Quello del 22 marzo è stato un gesto «senza precedenti, di una gravità assoluta e con modalità aggressive. Quattro assistenti della camera, tre donne e un uomo, sono dovuti ricorrere alle cure mediche dopo il tentativo di forzare il cordone davanti all'ufficio di presidenza», si legge nelle motivazioni. Ovviamente ieri i 5 Stelle sono scesi in piazza, davanti alla Camera per protestare contro questa decisione.
Seconda cartolina: fa ridere anche questa, almeno un po'. Parte dalla Russia, ma prima di arrivare a Palazzo Chigi fa tappa a Washington. Il dipartimento di Stato avrebbe informato il governo italiano dei rapporti tra il M5s e il leader russo Vladimir Putin. Lo ha rivelato ieri La Stampa. «Fate attenzione, ci sono legami tra M5s e Russia», avverte il governo Usa. Manlio Di Stefano, futuro ministro degli Esteri in un possibile governo grillino, ammette: «Putin è già un interlocutore, ha vinto su tutta la linea».
Infatti Di Stefano è già volato a Mosca, il 27 e il 28 giugno 2016, aveva partecipato al congresso di «Russia Unita», il partito di Putin. La cartolina è arrivata dopo quasi un anno. Le poste russe e italiane sono una vera «vergogna».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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