Politica

Speranza a Giachetti: "L'insulto simbolo dell'arroganza nel Pd"

Il leader della minoranza replica agli insulti del vicepresidente della Camera: "Sono il simbolo di una violenza verbale che imbarbarisce la politica"

Speranza a Giachetti: "L'insulto simbolo dell'arroganza nel Pd"

Roberto Speranza non sta zitto. Il candidato alla segreteria Pd insultato ieri dal compagno di partito Roberto Giachetti replica oggi in un'intervista a La Stampa a quel "hai la faccia come il c..." che ha movimentato l'assemblea nazionale del partito celebratasi ieri a Roma.

Interpellato dal quotidiano torinese, l'esponente della minoranza dem ostenta indifferenza verso l'insulto. Ma si tratta di una preterizione sotto cui è facile intravedere un astio malcelato: "C'è una violenza verbale fra le forze politiche, un imbarbarimento. Non inseguirò Giachetti su questo terreno, ma dal punto di vista politico bisogna chiudere la stagione dell'arroganza."

Tuttavia, chiosa velenoso citando Renzi che a sua volta aveva citato Alessandro Manzoni, "lo stile è come il coraggio di Don Abbondio: non ce lo si può dare da soli".

Speranza, fresco candidato alla segreteria del partito in una compagine di sinistra-sinistra appoggiata da Michele Emiliano ed Enrico Rossi, rivendica la proposta presentata sul "Mattarellum 2.0".

Una novità che ha provocato la reazione stizzita del vicepresidente della Camera e collega di partito, peraltro solitamente assai lontano da qualsiasi accento volgare: nel 2013 fu infatti proprio Giachetti a sostenere il ritorno al Mattarellum, portando avanti uno sciopero della fame che raccolse solidarietà dentro e fuori il Pd.

Bisogna ricordare per dovere di cronaca che Speranza, all'epoca capogruppo dem a Montecitorio, votò contro quella proposta che ora rispolvera imbiancata di fresco.

Dev'essere per questo che Giachetti ha perso le staffe.

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