Coronavirus

Sport e coprifuoco, spinta per riaprire Il governo: "Un check tra 10 giorni"

Gelmini: "Valuteremo i contagi e i vaccini". L'ipotesi: dal 17 rientro alle 23. Oggi i colori: Sardegna verso il giallo. Veneto a rischio arancio

Sport e coprifuoco, spinta per riaprire Il governo: "Un check tra 10 giorni"

Riaprire di più, riaprire prima. Da adesso in poi questa sarà la battaglia delle categorie e delle regioni per spingere il governo Draghi ad accorciare la road map del ritorno alla normalità. Ieri Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali, ha ribadito l'idea di un check su contagi e vaccini attorno a metà mese per ipotizzare nuove riaperture e per definire meglio le regole sul green pass.

Sul tavolo c'è prima di tutto la riduzione del coprifuoco con partenza alle 23 (ma qualcuno spinge anche per mezzanotte) già forse da lunedì 17 e la sua cancellazione dal 31 maggio o dal 7 giugno. Una misura che sta a cuore soprattutto ai ristoratori, che guadagnerebbero un'ora più di lavoro e riconquisterebbero quella clientela che non ama mangiare di fretta o cenare alle 19,30.

Un'altra data fatidica dovrebbe essere quella del 15 maggio, quando cadrà la quarantena obbligatoria di cinque giorni per chi torna (o arriva) da un paese Ue. Quel giorno si potrà anche tornare a nuotare nelle piscine pubbliche e private, purché all'aperto. Un segnale importante per il settore dello sport, tra i più penalizzati dall'inizio della pandemia, che vivrà il suo D-Day il 1° giugno, quando riapriranno anche le palestre e le piscine al chiuso. Una data molto attesa dagli sportivi, che però dovranno abituarsi a regole molto rigide, simili a quelle adottate nella parentesi felice della scorsa estate: in piscina misurazione della temperatura all'ingresso, un nuotatore ogni 7 metri quadri e, fuori dall'acqua, distanza interpersonale di 7 metri. In palestra misurazione della temperatura, distanza interpersonale di 2 metri, spogliatoi chiusi e niente docce, igienizzazione continua degli spazi e degli strumenti. Il 1° giugno il pubblico potrà tornare ad assistere agli eventi sportivi di livello agonistico riconosciuti da Coni e Cip, con capienza contingentata e posti preassegnati. Poi nelle settimane successive toccherà alle fiere (15 giugno), ai congressi, ai centri termali e ai parchi a tema (1° luglio).

Naturalmente le riaperture potranno avvenire soltanto nelle regioni in fascia gialla, che al momento sono Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto, oltre alle province autonome di Bolzano e Trento. In arancione ci sono Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna e in rosso la Val d'Aosta. Oggi come ogni venerdì si riunirà la cabina di regia che, in base al report settimanale dell'Iss, potrebbe cambiare la mappa dei colori, con la Sardegna che spinge per diventare gialla mentre tutto il resto dovrebbe restare immutato, anche se il Veneto con un Rt a 0,95 è a un passo dal tornare arancione.

Ieri numeri tranquillizzanti dal bollettino: 11.807 nuovi casi (il 3,64 per cento del totale dei tamponi), in calo ricoveri (2.308 in terapia intensiva, -60) e morti (258). E la fondazione Gimbe, nel suo report settimanale, registrato una diminuzione, tra il 28 aprile e il 4 maggio di tutti i valori più importanti rispetto alla settimana precedente: nuovi casi (da 90.449 a 78.309), decessi (da 2.279 a 1.826), ricoverati con sintomi (da 20.312 a 18.176), terapie intensive (da 2.748 a 2.423). Resta preoccupato Nino Cartabellotta, presidente della fondazione, secondo cui «s'intravedono precoci segnali di aumento della circolazione del virus».

Si tratta dell'aumento dell'Rt e dei contagi tra i 3-10 anni.

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