Politica estera

Stop a mozioni di censura e Tribunale costituzionale

Il netto arretramento di Vox alle elezioni di domenica scorsa non emargina soltanto il partito di estrema destra guidato da Santiago Abascal

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Il netto arretramento di Vox alle elezioni di domenica scorsa non emargina soltanto il partito di estrema destra guidato da Santiago Abascal dalla costruzione del prossimo governo spagnolo ma lo priva di due dei principali strumenti parlamentari di cui ha fatto abbondante uso nella precedente legislatura, la presentazione delle mozioni di censura in Aula e il ricorso al Tribunale costituzionale.

A sottolinearlo è il quotidiano El Mundo. La diminuzione della compagine parlamentare sovranista da 52 a 33 deputati ha effetti decisamente pratici. Il regolamento della camera bassa del parlamento di Madrid prevede infatti che le mozioni di censura siano presentate da almeno un decimo dei deputati, ovvero 35, quindi due in più di quelli di cui Vox potrà disporre nella prossima legislatura. Per quanto riguarda i ricorsi al Tribunale costituzionale servono almeno 50 deputati, un'asticella decisamente troppo alta per il gruppetto di deputati guidati da Abascal. All'interno del partito comunque nessun dramma, anzi molti alibi. «Tutti sono consapevoli che senza l'azione di demonizzazione ai nostri danni, senza manipolare il nostro messaggio, oggi non parleremmo di questa situazione.

Autocritica? È evidente che andremo avanti tutti insieme con la nostra linea, Abascal ha fatto il massimo e i nostri elettori sono orgogliosi di lui e di tutto il partito», ha detto il segretario generale di Vox, Ignacio Garriga, in una conferenza stampa all'indomani del flop del partito nelle urne.

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