Strage di Viareggio, confermate le condanne. All'ex ad Moretti 5 anni: "Faremo ricorso"

L'ex manager delle Ferrovie dello Stato contestato dai familiari delle vittime: "Hai bruciato vive 32 persone". La difesa: delusi

Strage di Viareggio, confermate le condanne. All'ex ad Moretti 5 anni: "Faremo ricorso"
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Condanne confermate per tutti al processo d'appello ter per la strage di Viareggio. Non solo per l'ex ad di Rete Ferroviaria Italiana e Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ma anche per gli altri undici imputati. La Corte d'appello di Firenze non ha modificato le pene inflitte nel precedente processo d'appello e poi annullate dalla Cassazione, che aveva rinviato nuovamente il procedimento ai giudici di secondo grado del capoluogo toscano al solo fine di determinare la condanna in base alle attenuanti generiche.

Moretti, al quale sono stati inflitti cinque anni di reclusione, è stato pesantemente contestato dai familiari delle 32 vittime del disastro ferroviario del 29 giugno del 2009, quando il deragliamento di un treno merci carico di Gpl ha provocato un'esplosione che ha devastato un interno quartiere a ridosso della stazione di Viareggio. «Hai bruciato vive 32 persone!», gli ha gridato una donna, correndo verso di lui insieme ad altri familiari visibilmente scossi. Mentre le urla risuonavano nei corridoi del Tribunale, l'ex manager ha continuato a camminare verso l'uscita senza mai voltarsi né commentare, lasciando il Palazzo di Giustizia scortato dalle forze dell'ordine. Quella di ieri è stata la sesta sentenza di questa vicenda giudiziaria complessa e dolorosa, ma non sarà l'ultima perché tutte le difese degli imputati hanno già manifestato l'intenzione di fare ricorso in Cassazione. «Siamo amareggiati e delusi e anche dispiaciuti. La Corte ha perso un'occasione anche per ristabilire un certo equilibrio. Attendiamo di leggere le motivazioni della decisione, ma è evidente fin da ora che faremo ricorso alla Suprema Corte», il commento dell'avvocato Ambra Giovene, legale Moretti.

Soddisfatto il sostituto procuratore generale Salvatore Giannino: «La sentenza dimostra che quella precedente, del 2022, aveva ben motivato le condanne». Commosse le reazioni dei familiari delle vittime. «La sentenza non ci ridarà indietro i nostri cari, ma è una forma di giustizia che aspettavamo da troppo tempo», dice Daniela Rombi, madre di una delle giovani vittime, da anni in prima linea nel chiedere verità e responsabilità. Per l'avvocato Tiziano Nicoletti, legale di parte civile dei familiari, «è la decisione che si aspettava». «I parenti delle vittime - continua il legale - non hanno mai cercato vendetta o facile giustizialismo. Abbiamo partecipato al processo per affermare l'accertamento della verità e delle responsabilità.

Anche questa sentenza, per la sesta volta, conferma le responsabilità del disastro ferroviario e della morte di 32 persone. La quantificazione della pena non è di competenza delle parti civili e non ci interessa. Noi volevamo l'accertamento della verità, perché non accada mai più».

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