Lo strano black out delle indagini sulla bomba carta contro Ranucci

Fascicolo fermo in Procura, ma va avanti la narrazione del mandante politico

Lo strano black out delle indagini sulla bomba carta contro Ranucci
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Buio pesto. Il fascicolo in Procura antimafia per "danneggiamento aggravato dal metodo mafioso" sulla bomba carta a Sigfrido Ranucci è così pieno da essere vuoto. Non c'è una pista privilegiata, non ci sono ancora perizie a supporto del pm Carlo Villani. È enorme la mole di immagini da scrutare fotogramma per fotogramma, le ore di girato delle 40 telecamere della zona, riversate nelle memorie da svariati Tera comprate ad hoc, sono costantemente visionate da parte della Digos e dei carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati e di via In Selci, coordinati dalla Dda con l'aggiunto Ilaria Calò e il pm Carlo Villani. Uno stallo scientifico-investigativo che non aiuta a dissipare i contorni della storiaccia che vorrebbe il governo "mandante" della "bomba carta potenziata", collocata lo scorso 16 ottobre davanti al cancello di casa Ranucci a Campo Ascolano di Pomezia, tra la Ford Ka della figlia e la sua Opel Adam ed esplosa alle 22.17. In Antimafia (e in Vigilanza Rai) Ranucci ha chiesto di secretare l'audizione dopo la domanda del senatore M5s Roberto Scarpinato, secondo cui dietro la bomba ci potrebbe essere il pedinamento dei servizi segreti già ipotizzato dal vicedirettore Rai, a suo dire innescato dal sottosegretario a Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari dopo una puntata su Moro, Capaci e l'omicidio di Piersanti Mattarella e la puntata sul papà di Giorgia Meloni.

Alla faccia della segretezza, il contenuto secretato è finito su Repubblica: tra il 12 e il 13 maggio 2025 Ranucci sarebbe stato pedinato da uno 007 a Palermo e a Bagheria che avrebbe persino preso lo stesso aereo. Secondo Ranucci Fazzolari - che smentisce seccamente e farà causa - si sarebbe convinto che una delle fonti di Ranucci fosse dentro i Servizi. Su questo giallone si dovrà occupare il Copasir. Ma anche lo stesso Villani: il conduttore di Report potrebbe essere riascoltato.

A poche ore dall'attentato, al termine dell'audizione in Procura con Villani e il procuratore capo Francesco Lo Voi, Ranucci aveva delineato con i magistrati "quattro o cinque tracce importanti": i narcos di Sinaloa in Messico legati alla mafia albanese; la 'ndrangheta e l'eolico; i clan tra Ostia e Torvanianica che si contendono con i sinti il litorale romano tra esplosivi, incendi e attentati, finanche qualche giorno prima del 16 ottobre; l'estrema destra romana mescolata a criminalità e ultras legati al defunto Fabrizio Piscitelli alias Diabolik.

Se la versione detta ai magistrati e in secretata (ma spiattellata sui giornali) è sostanzialmente la stessa, che motivo avrebbe il magistrato per riascoltarlo? Ranucci in queste settimane ha sempre respinto come "stupidaggine" l'ipotesi del mandante politico, ma allora perché chiedere la secretazione e non liquidare la vicenda "in chiaro", alimentando un clima di sospetti? "A distanza di quattro settimane dal fatto, non si ha notizia di progressi nelle indagini. Per questo ho rivolto un'interrogazione al ministro della Giustizia Carlo Nordio", dice al Giornale il senatore Fdi Alberto Balboni.

Se ragionare sui mandanti è difficile, lavorare sulle prove per ora è impossibile, anche se i pm qualche pista potrebbero averla già privilegiata. In procura dal 2021 risultano undici indagini collegate a una trentina di varie minacce ricevute, dalle lettere anonime ("Se dai altre informazioni sul caso ti ammazziamo", quella criptata ricevuta il 2 giugno 2024) ai proiettili di P38 rinvenuti grazie a un'intuizione della scorta. C'è attesa per la prima informativa del Ris, al lavoro sin dalla sera stessa sui reperti dell'ordigno rudimentale realizzato con un kg di polvere pirica compressa.

Ma viene richiesto del tempo per non sbagliare una virgola. "È un lavoro da esperti, spesso c'è una firma tecnica che ci aiuta a ricondurci all'autore", ci spiega un esperto di esplosivi. L'uomo forse è del sottobosco della mala romana, potrebbe anche aver agito su commissione di più soggetti ma potrebbe anche essere arrivato da fuori. Il profilo da bombarolo spregiudicato somiglia molto a un ex militare dell'Est Europa capace di maneggiare ordigni.

È lui l'incappucciato visto quella sera allontanarsi indisturbato appena prima dello scoppio dell'ordigno? Qualcuno seguiva Ranucci, tornato a Roma dopo alcuni giorni fuori? Si lavora per ricostruire il percorso della Panda nera su cui sarebbe scappato l'autore ma anche su chi ad agosto aveva forzato la residenza estiva di Ranucci.

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