Tagli al cinema, Giuli respinge le accuse

Per il ministero una sforbiciata obbligata per salvaguardare le risorse ai beni culturali

Tagli al cinema, Giuli respinge le accuse
00:00 00:00

Il ministero della Cultura, sotto attacco, si blinda e annuncia di volersi "tutelare" contro le ricostruzioni "manipolatorie" sui tagli al Fondo per il cinema, che hanno innescato la rivolta del settore. Il ministro Giuli è al centro di nuovi attacchi incrociati dopo che Repubblica ha rivelato una mail partita dagli uffici del ministero e diretta al Mef, con la proposta "di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema", cioè 240 milioni nel 2026 e quasi 300 nel 2027, per riportare la dotazione complessiva a 400 milioni, dagli attuali 696. "Un vero e proprio ribaltamento della realtà", riferiscono dal Mic. Viene spiegato che con quella mail il "ministero prendeva atto di una serie di tagli rispetto ai quali aveva chiesto la possibilità di spalmarli nel triennio".

Il tema sarebbe più complesso. La coperta per continuare a finanziare tutto senza sforbiciare nulla sarebbe troppo corta. E Giuli sarebbe stato fermo, nelle ultime settimane, nel non togliere risorse alla "tutela del patrimonio culturale". Una voce su cui il Mef, secondo fonti di via Venti Settembre, aveva previsto riduzioni per 232 milioni nel 2026, fino ad arrivare a 458 nel 2028, oltre ai 150 milioni del 2025 della scorsa manovra. In tre anni quasi 700 milioni in meno. Troppo, per Giuli, su un ambito considerato prioritario, visto quanto accaduto alla Torre dei Conti. D'altra parte il ministro aveva già, come il predecessore Sangiuliano, criticato la gestione dei fondi al cinema degli ultimi anni, e i rubinetti aperti a pioggia con il tax credit. Così, di fronte alla riduzione definita "pesante" dei fondi per la tutela del patrimonio culturale, Giuli avrebbe spinto per dirottare la scure sul Fondo del cinema, che nel 2023 aveva beneficiato di oltre 700 milioni di euro. Ieri in via del Collegio Romano si sottolineava come nelle ricostruzioni di stampa sui tagli, si sia "omesso di segnalare" che Giuli aveva proposto al Mef di "mantenere lo splafonamento del tax credit internazionale, che avrebbe comunque attirato capitali esteri e assicurato sviluppo e lavoro per tutto il settore". Si tratta del credito d'imposta dedicato alla co-produzione in Italia di film esteri.

Resta ancora irrisolto il nodo del "recupero" di 100 milioni per il comparto cinema annunciato dal ministro come compensazione della scure. Somme che erano destinate ai contributi automatici, ma non ancora assegnate, e che ora il ministro vorrebbe reindirizzare per tamponare i tagli. Ma dalla Ragioneria è arrivato lo stop al "travaso" perchè richiesto secondo modalità non previste dalla legge e secondo una procedura del tutto irrituale. "Il governo è al lavoro per trovare una soluzione", ha comunque dichiarato il ministro. Ma il M5s e i dem attaccano: "Si vuole demolire una filiera industriale del paese perché non gradita al governo".

Per FdI "l'opposizione è obnubilata. Giuli è impegnato in prima persona nel recuperare fondi per il comparto del cinema senza andare ad intaccare le risorse necessarie a garantire la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica