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Il Tar arresta la Sicilia per il blocco ai migranti. Musumeci: vado avanti

Ordinanza sospesa. Nel ricorso i timori del Viminale: "Altre regioni farebbero così"

Il Tar arresta la Sicilia per il blocco ai migranti. Musumeci: vado avanti

Primo round al Viminale: la sospensione dell'ordinanza della Regione Siciliana che ordinava di svuotare e chiudere tutti gli hotspot dell'isola è arrivata in un batter d'occhio. Il Tar di Palermo ha accolto la richiesta degli avvocati di Stato Sergio Fiorentino e Lidia Maria La Rocca di agire «inaudita altera parte», cioè senza permettere alla controparte, Regione, di dire la propria.

Dunque non una decisione nel merito, ma solo un provvedimento d'urgenza, chiesto dal governo paventando gravi ripercussioni tra cui, si legge nelle 23 pagine del ricorso, «il rischio emulativo da parte di altre regioni» che avrebbe messo ulteriormente in crisi l'intero sistema della gestione dell'accoglienza dei migranti.

Un argomento giuridico forte che però mette a nudo anche un punto politico centrale: la Sicilia ha la sfortuna di essere da anni la scialuppa di salvataggio del flusso di migranti, ormeggiata di fronte alla Libia. E, soprattutto da quando c'è il coronavirus, non è facile trovare altri territori disponibili ad accogliere i migranti. Uno scarso entusiasmo per l'accoglienza dimostrato non solo dalle regioni guidate dal centrodestra, che da sempre manifesta perplessità rispetto all'accoglienza indiscriminata, ma anche da parte di quelle guidate dalla stessa sinistra che con una mano chiude la porta di casa propria, con l'altra digita post di fuoco contro l'egoismo di Nello Musumeci.

Dal canto suo, il presidente della Regione, pur sconfitto nel primo round giudiziario, può vantare un primo successo politico: il Viminale sta sgomberando migranti dagli hotspot più sovraffollati. Mercoledì sera il ministro Luciana Lamorgese ha annunciato il trasferimento di 800 dei milleduecento migranti stipati all'inverosimile nell'hotspot di Lampedusa. Ed è significativo della scarsa collaborazione che il Viminale riceve da altre regioni il fatto che sia trapelata l'intenzione di trasferire i migranti a bordo delle due navi quarantena, mentre è in vista un bando per reperire altre imbarcazioni.

La decisione del Tar ha subito fornito carburate al dibattito politico che nei giorni scorsi si era arroventato. Giorgia Meloni si è detta pronta a sostenere Musumeci nella battaglia, le capogruppo azzurro Gelmini e Bernini denunciano la velocità del Tar nel pronunciarsi contro i governatori di centrodestra e la lentezza a decidere nel merito. E per Salvini è «governo e giustizia spalancano porti e porte ai clandestini che ora sono anche un problema sanitario». «Salvini cavalca elettoralmente un problema che non esiste»,replica il capogruppo dei senatori Pd Andrea Marcucci.

Ma al di là degli scontri verbali, la motivazione del Tar, oltre a riconoscere i problemi organizzativi segnalati dal governo per il «brevissimo termine» per lo sgombero fissato dall'ordinanza, riporta al centro proprio la questione sanitaria, una competenza regionale. I giudici non ne negano l'esistenza, ma non la ritengono sufficientemente motivata nell'ordinanza: «L'esistenza di un concreto aggravamento del rischio sanitario» secondo il giudice «appare meramente enunciata, senza che risulti essere sorretta da un'adeguata e rigorosa istruttoria».

Proprio su questo punto però la Regione continua ad agire attraverso una task force che, dice Musumeci, «verificherà: gli oltre 40 centri di accoglienza censiti in Sicilia».

Il 17 settembre nell'udienza di merito Musumeci potrebbe avere più frecce al suo arco.

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