Tasse, Pil e debito gli inglesi si lamentano: l'Italia ci ha superato

Le analisi di media e centri studi che promuovono il governo di Roma: Londra dovrebbe imparare

Tasse, Pil e debito gli inglesi si lamentano: l'Italia ci ha superato

Gli inglesi ammettono la sconfitta, l'Italia ha messo la freccia e ha sorpassato. Lo scoop di ferragosto è certificato dal Daily Telegraph con le firme di Tim Wallace, vicedirettore responsabile delle pagine di economia, e Daniel Johnson opinionista politico. Le loro analisi elogiano, nel confronto, l'operato di Giorgia Meloni.

I dati forniti dalla Banca Mondiale registrano come il Pil pro capite sia adesso più alto in Italia che nel Regno Unito. Per la World Bank, lo scorso anno il Pil pro capite dell'Italia è salito a 60.847 dollari (44.835 sterline), superando i 60.620 dollari della Gran Bretagna. Nello stesso periodo la disoccupazione è salita al 4,7% nel Regno Unito, la spesa per i sussidi è in forte aumento e i prospetti sull'inflazione indicano nei prossimi mesi il 4%, il doppio dell'obiettivo della Banca d'Inghilterra. Due dati in contrasto: la popolazione britannica sta crescendo rapidamente, significa che il Pil è distribuito su un numero maggiore di persone, al contrario, in Italia, dove l'economia cresce allo stesso ritmo di quella britannica, la popolazione è in contrazione e, dunque, il Pil pro capite sta aumentando più rapidamente. Ciò avviene nonostante il debito pubblico italiano viaggi al 130% del Pil, quello britannico si avvicina al 100%, ma la Gran Bretagna sta pagando interessi più alti dell'Italia, 100 miliardi all'anno, principalmente perché circa un quarto dei titoli di Stato britannici è indicizzato all'inflazione, rispetto ad appena il 12% in Italia.

Nell'articolo, Tim Wallace sottolinea che, sempre secondo la Banca Mondiale, la Gran Bretagna è scesa dal quinto al sesto posto tra le sette principali democrazie, il Giappone è all'ultimo posto della graduatoria. Uno studio del National Institute of Economic and Social Research segnala che "la stagnazione economica dell'ultimo decennio sta ora minacciando la posizione del Regno Unito come luogo con un elevato tenore di vita", i britannici più poveri ora si trovano in una situazione peggiore rispetto alle famiglie a più basso reddito in Paesi come Lituania e Slovenia. Il buco di 50 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche dovrà essere affrontato dalla legge di bilancio nel prossimo autunno. La relazione di Holger Schmieding, capo economista di Barenberg Bank, sostiene che l'Italia ha superato le aspettative: "L'Italia ha ridotto i diritti sociali sotto la presidenza Meloni, in modo che le persone siano più incentivate a lavorare invece di restare inattive". Andrew Kenningham, di Capital Economics, ha affermato che potrebbe essere paragonabile al "sorpasso" della fine degli anni '80, quando l'economia italiana divenne più forte di quella britannica. Questo è stato interpretato come un segnale che l'Italia si era finalmente scrollata di dosso la sua reputazione di stagnazione, sebbene abbia riconquistato tale status negli anni successivi alla crisi del debito sovrano dell'eurozona. Il PIL del Regno Unito complessivamente è più elevato di quello italiano ma "ciò ci dice che i cittadini italiani e britannici sono ugualmente benestanti in termini di ciò che possono acquistare. Il tenore di vita medio è in linea di principio lo stesso, o in Italia è leggermente più alto ora", dice Kenningham. Gli italiani hanno anche un'aspettativa di vita più alta rispetto ai britannici. Il paese è diventato sempre più attraente per le famiglie benestanti britanniche, poiché investitori, imprenditori e cittadini stranieri cercano riparo dall'aumento delle tasse nel Regno Unito e dall'instabilità altrove. "Tra tutti i principali Paesi europei, politicamente l'Italia è di gran lunga il più stabile. Questo è insolito non è la storia dell'Italia ma rispetto alla politica di Regno Unito, Francia, Spagna e Germania, l'Italia sembra in buone condizioni", ribadisce Schmieding. "Ha un governo stabile e costante che non sta facendo tutto quello che dovrebbe, ma non sta facendo nulla di gravemente sbagliato, cosa che non si può dire di molti altri Paesi". Esistono e resistono i problemi, Paolo Grignani, di Oxford Economics, ricorda che i fondi erogati con il superbonus per le ristrutturazioni "hanno portato a uno squilibrio fiscale che il governo italiano impiegherà anni per correggere", mentre l'edilizia ha subito un rallentamento dalla fine del programma. Allo stesso tempo, i salari italiani non sono ancora tornati al di sopra dei livelli pre-Covid dopo l'adeguamento all'inflazione a differenza di quelli del Regno Unito.

Il commento di Daniel Johnson porta il titolo "Meloni ha dimostrato che tagliare le tasse funziona. Se solo Reeves stesse prendendo appunti". Rachel Jane Reeves è cancelliere dello scacchiere, il suo impegno e la sua immagine sono crollati quando le telecamere della diretta tv l'hanno inquadrata in lacrime durante il question time alla Camera dei Comuni mentre il leader dell'opposizione, Kemi Badenoch, attaccava il premier Keir Starmer per la disastrosa gestione dei fondi pubblici e dell'economia nazionale. Johnson conclude: "Naturalmente, nelle regioni meridionali italiane perennemente depresse, la povertà è ancora molto diffusa. Ma le zone più povere del Regno Unito soffrono ora di una cultura di dipendenza dall'assistenza sociale per la quale il Partito Laburista ha appena abdicato alla responsabilità. Non esiste un equivalente a Napoli o Palermo del fenomeno britannico, visibile in città come Birmingham, intere comunità che richiedono sussidi per la salute mentale e rinunciano al lavoro. Giorgia Meloni ha poco in comune con Nigel Farage, che nella migliore delle ipotesi potrebbe diventare il Berlusconi britannico.

L'unica politica qui che con la sua intolleranza senza fronzoli per l'ozio e i diritti acquisiti assomiglia a Meloni è Kemi Badenoch. Ma avrà la possibilità di tirare su questo Paese con le sue stesse forze, come Meloni ha fatto per l'Italia?".

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