Sono sul binario che porta alla crisi. È ancora la Tav a contrapporre M5s e Lega. Dopo la consegna della relazione costi-benefici all'ambasciatore francese da parte del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che ha provocato l'ira di Matteo Salvini («Non sapevo nulla»), la Lega passa al contrattacco e lo fa con una contro relazione. Documenti contro documenti. Ingegneri contro ingegneri. Secondo quanto scrive l'Huffington Post, la Lega si sarebbe affidata ad altri tecnici, a suo parere meno parziali, rispetto a quelli diretti dal professore di Economia, Marco Ponti.
La Lega sta sempre più disconoscendo la commissione che è costata 300mila euro e non si fida delle sue conclusioni. Per la Lega completare la Tav costerebbe 2,9 miliardi mentre bloccarla 4,1 miliardi tra penali da pagare a Europa e Francia. Niente a che vedere insomma con le cifre in possesso al vicepremier Luigi Di Maio che parla di un'opera da venti miliardi di euro. Per il M5s, i costi della Tav supererebbero di 7 miliardi i benefici.
Dalle informazioni che ha la Lega, l'Italia dovrebbe restituire alla Francia 852 milioni, senza tenere conto dei 336 milioni finora spesi e che evaporerebbero. Ci sono poi i costi per coprire il «buco». Sette anni innanzitutto e altri 400 milioni costerebbe il ripristino. A questi si potrebbero aggiungere ulteriori penali per i contratti in corso con gli ingegneri e che possono arrivare fino a 675 milioni di euro. Rischi che Di Maio si ostina ad allontanare («Finora non è stato scavato neppure un centimetro»). E se finora la Tav non riesce a collegare Francia e Italia, è tuttavia già riuscita a dividere, o almeno a mettere a dura prova, l'amicizia fra il ministro dell'Economia, Giovanni Tria e il deputato di Forza Italia, Renato Brunetta. Sono stati colleghi di università, hanno diviso perfino la stessa stanza, collaborato insieme per Forza Italia e non hanno mai smesso di parlarsi e confidarsi. Eppure, durante l'informativa di ieri in aula e di fronte alle critiche di Brunetta sull'Italia in recessione, Tria ha sbalordito tutti rivolgendosi a Brunetta così: «Ma stai zitto, per la miseria». Per calmare Tria è intervenuto il presidente della Camera, Roberto Fico: «Non si può in alcun modo dire a un deputato di stare zitto». Tria ha chiesto scusa: «Chiedo volentieri scusa al deputato».
Ma poco dopo è stato Brunetta, e nuovamente sulla Tav, a rivolgersi con l'affetto di sempre all'amico ma sfidandolo: «Che fai signor ministro, se prevarrà, come penso, la linea No Tav? Che fai se passerà il No Tav, sulla base di una fasulla analisi Costi-Benefici? Ti dimetti?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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