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"La Tav un'opera essenziale M5s incapaci di intendere"

L'ex ministro delle Infrastrutture: «Ci vogliono uomini competenti. Ma non è colpa di Toninelli, non ce la fa»

"La Tav un'opera essenziale M5s incapaci di intendere"

È arrivato il momento di fare i conti con la storia. E con i vinti. È arrivato il momento di telefonare ad Antonio Di Pietro. Si discute di Tav, (Di Pietro è stato ministro delle Infrastrutture dal 2006 al 2008). C'è voglia di manette, (inutile dire che Di Pietro è «Mani Pulite»). Si vota sulla piattaforma Rousseau, (Di Pietro è stato il primo ad «assumere» Gianroberto Casaleggio e ad affidargli la comunicazione del suo partito, l'Idv). Insomma, ci proviamo.

Siamo de «Il Giornale»...

«Avete sicuramente sbagliato».

No, no. Proprio lei.

«Mi sto preoccupando...».

La cercavamo in veste di ex ministro delle Infrastrutture, anzi, a sentire gli esperti «il ministro che ha cambiato la gestione delle Infrastrutture».

«Vedo che il tempo è galantuomo. Vi ascolto».

Innanzitutto. Che fa oggi?

«Sono iscritto al partito dei combattenti e reduci. Sono testimone del tempo che fu. Ragiono su quello che ho fatto e riconosco che ho fatto tante cavolate».

Torniamo alle sua gestione del ministero.

«Durante la mia gestione, unico caso, non è mai stato arrestato nessuno. Sa cosa ho fatto? Ho spostato tutti i funzionari geograficamente. Quelli di Torino li spedivo a Napoli, quelli di Napoli li trasferivo a Torino. Io ho la capacità di capire l'antropologia dai volti».

Una qualità indiscutibile. Che ne pensa del ministro Danilo Toninelli?

«Non ha colpe. Bisogna separare il ministero da Toninelli».

Rischia di far pagare all'Italia milioni di penali.

«Mi spiego. Toninelli è un uomo incapace di intendere e di volere. Per gestire un ministero ci vogliono uomini competenti. Per avere responsabilità, dice un fondamento del diritto, bisogna avere capacità intellettive. Ma Toninelli non ce la fa. Ripeto. Incapace di intendere e di volere».

Famose sono le sue gaffe, tanto che, perfino lei, gli ha dovuto impartire delle ripetizioni.

«Quando è caduto il ponte di Genova ha dichiarato: Ci costituiremo parte civile. Gli ho spiegato che non poteva in quanto responsabile era proprio il ministero che non aveva vigilato. Non sa neppure dove stanno i tunnel. E infatti sbaglia».

Ma a proposito, qual è la sua idea sulla Tav?

«Io sono quello che ha sbloccato la Gronda di Genova, la variante di Valico e favorito l'Alta velocità. La Tav va assolutamente fatta. È un corridoio che arriva fino a Kiev. Vi sembra normale che arriviamo noi e blocchiamo tutto? E finiamola anche con l'analisi costi-benefici. Quando ero ministro ne avevamo fatte già otto».

Per Toninelli «chi se ne frega di andare a Lione».

«E certo! Non va nessuno perché non c'è! Si sta buttando tutto in caciara e nessuno ha spiegato agli italiani cosa sia la Tav. Io invece ho fatto questo esperimento. Ho chiesto a una mia amica: Ma tu sei a favore della Tav?. Non sapeva neppure cosa fosse».

Veniamo alla famiglia Casaleggio. Ci ha lavorato fianco a fianco, anzi, è stato lei a fargli annusare la politica.

«Gianroberto ha creato il M5s sugli errori dell'Idv. Non a caso mi disse: Antò, io non mi faccio fregare come hai fatto tu. Non mi metto dentro gente che mi sputtana. Il figlio lo conosco poco».

Il M5s sta per diventare partito e si pensa perfino di derogare il vincolo del doppio mandato.

«Sbagliano. Si rimane vergine finché non si cade la prima volta. Quando si deroga inizia la fine».

In Italia stanno tornando i manettari. Immaginiamo che lei, almeno in quello non è cambiato.

«Sempre quello. L'ultimo dei mohicani».

Ma «reduce».

«Sì, ormai la politica la guardo in tv. Appunto, fatemi andare che sta per iniziare il tg.

Cordialità».

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