Teheran crivellata dai jet. Eliminati i vertici degli 007

I caccia israeliani seminano distruzione: 406 morti. Uccisi con le autobombe 14 scienziati nucleari. Khamenei in un bunker coi suoi

Teheran crivellata dai jet. Eliminati i vertici degli 007
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Il Medio Oriente sembra scivolare verso una drammatica escalation. L'offensiva di Tel Aviv contro il programma nucleare e le industrie militari del regime degli ayatollah continua per il terzo giorno. Dense colonne di fumo nero si sono alzate ancora ieri nei cieli di Teheran. Gli attacchi dell'aeronautica militare israeliana sono durati tutto il pomeriggio. E lo Stato ebraico è tornato a usare gli asset del Mossad infiltrati nella capitale iraniana. Con esplosioni di autobombe, e altri scienziati nucleari uccisi. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha poi confermato l'eliminazione del capo dell'intelligence dei Pasdaran Mohammad Kazemi e del suo vice Hassan Mohaqqeq rimasti intrappolati sotto le macerie in seguito a un'incursione di Tel Aviv nella sede dell'organizzazione a Teheran. Nuovi raid contro siti militari pure a Shiraz, nel Sud del Paese, su siti militari nell'Ovest e contro l'aeroporto di Mashhad, nel Nord-Est, a circa 2.300 chilometri da Israele, secondo l'Idf «l'attacco più in profondità dall'inizio dell'operazione». Nella notte di sabato sono stati bombardati anche diversi lanciatori di missili balistici, insieme a sistemi di difesa aerea e radar. Tra gli obiettivi presi di mira nella capitale: depositi di carburante, il ministero della Difesa e degli Esteri, il quartier generale del progetto nucleare. Ma l'operazione dei caccia con la stella di David non si è fermata qui. Sono state colpite pure le infrastrutture di gas vicino a Bandar Abbas, utilizzate per scopi militari.

L'offensiva va avanti addirittura in territorio nemico. La Repubblica islamica ha fatto sapere ieri di aver arrestato due individui accusati di essere membri del Mossad nella provincia di Alborz, mentre preparavano esplosivi e dispositivi elettronici. Il governo di Teheran è in massima allerta e ha invitato la popolazione a rifugiarsi nelle stazioni della metropolitana e nelle moschee, in mancanza di rifugi. In un bunker blindato sarebbe invece la Guida Suprema Ali Khamenei a Levizan, Nord-Est di Teheran, da venerdì mattina. Con lui tutti i familiari, incluso il figlio Mojtaba.

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha sottolineato che l'Iran non ha mai cercato la guerra e lo spargimento di sangue, ma non esiterà in alcun modo a difendersi con forza dalle minacce dei nemici. Mentre il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha fatto notare che l'offensiva israeliana nel bel mezzo dei colloqui con gli Usa indica l'opposizione di Tel Aviv a qualsiasi trattativa «e la complicità americana è deplorevole». E ha infine chiarito: «Ci stiamo difendendo; la nostra difesa è del tutto legittima, questa difesa è la nostra risposta all'aggressione. Se l'aggressione cessa, cesseranno anche le nostre risposte».

Il portavoce dell'Idf, il generale Ephraim Defrin ha fatto il punto della situazione sul campo e ha comunicato che in meno di tre giorni, Israele ha attaccato più di 170 obiettivi e oltre 720 infrastrutture militari. In Iran, dall'inizio del conflitto con lo Stato ebraico, invece, sarebbero oltre 406 le vittime e 654 i feriti, secondo Human Right Activist, una ong basata a Washington (224 morti per la conta ufficiale del regime). Teheran, però, è partita al contrattacco anche su un altro fronte. Ha annunciato di aver cessato di cooperare «come prima» con l'Aiea, e ne ha criticato il «silenzio» in seguito ai bombardamenti israeliani contro i suoi siti nucleari.

Un altro dato è da registrare, ovvero che sono almeno 14 gli scienziati iraniani uccisi da venerdì. Molti di loro erano successori di Mohsen Fakhrizadeh, il «padre del progetto nucleare della Repubblica islamica», assassinato da Tel Aviv nel 2020.

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