
Una telefonata con Liliana Segre - che c'è già stata - e un'audizione - che potrebbe essere fissata presto - nella commissione presieduta dalla senatrice a vita. Due passaggi con cui la ministra della Famiglia e delle Pari opportunità, Eugenia Roccella ha inteso chiarire definitivamente le parole pronunciate al convegno organizzato dall'Unione delle comunità ebraiche nella sede del Cnel.
Parole che erano dedicate alla piaga dell'antisemitismo, alla sua inquietante attualità, al pericolo che sia relegato a fenomeno del passato, ma che hanno suscitato reazioni contrastanti per il passaggio dedicato ai "viaggi della Memoria" ad Auschwitz. "Sono state davvero gite? - ha chiesto Roccella - A che cosa sono servite? Secondo me - ha osservato - sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano effettivamente all'inverso. Servivano a dirci che l'antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo".
A una sinistra in grande difficoltà per la conclamata incapacità di arginare l'ostilità anti-israeliana (e spesso anche anti-ebraica) della mobilitazione pro Pal, l'occasione è parsa ghiotta, e infatti l'ha usata per attaccare la ministra, chiedendo le sue dimissioni. "Li ho toccati su un nervo scoperto" ha replicato Roccella, spiegando che il ragionamento era riferito al clima di "strisciante antisemitismo" di questi mesi.
Per il passaggio sui viaggi d'istruzione, però, la ministra è stata criticata anche da Liliana Segre (foto). Oltre all'uso della parola "gite", l'addebito principale che le è stato rivolto - critiche sono arrivate anche dal Memoriale della Shoah di Milano e da Mario Venezia, presidente del museo Shoah di Roma - è quello di aver contrapposto la prospettiva storica e l'antisemitismo di oggi.
Ma il mondo ebraico in realtà si è diviso. Roccella è stata difesa dall'ex presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, e dall'attuale presidente della Comunità milanese, Walker Meghnagi. "Difendo Roccella da una sinistra ipocrita e antisemita" ha detto Meghnagi, mentre Pacifici ha ringraziato la ministra "per la chiarezza e il coraggio" riconoscendole di aver espresso "concetti lucidi di fronte al ritorno di sentimenti antisemiti".
Due giorni fa la ministra ha telefonato alla senatrice Segre. Il chiarimento c'è stato - contrariamente alle voci (e agli auspici) fatti circolare su una mancata risposta. E la ministra ha spiegato le sue intenzioni e la sua storia.
Ieri intanto si è riunita la commissione contro l'Odio, che Segre presiede.
Ha audito il direttore del Tempo Tommaso Cerno e il direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone sulle minacce che hanno fatto seguito alle inchieste dei giornali. Ed è probabile che in una nuova convocazione intervenga la ministra, che aveva dato la sua disponibilità a essere sentita.