Cronache

Torna a casa lo "sfrattato" dagli immigrati

Un mese per restituire a un disabile il tetto a cui aveva diritto

Torna a casa lo "sfrattato" dagli immigrati

Quattro giorni di stallo. Poi, ieri mattina finalmente la magistratura toglie i sigilli all'appartamento e Roberto Bolleri può tornare a casa. Felicissimo. Nell'abitazione che una famiglia marocchina gli aveva portato via, approfittando della sua assenza. Una storia che va oltre La Spezia e racconta quel che purtroppo può accadere nell'Italia profonda: se il padrone di casa si assenta per qualche giorno, qualcuno proverà a forzare la serratura e a sistemarsi in casa sua. È successo a Milano, al Giambellino e a Lorenteggio, è accaduto al quartiere Umbertino della Spezia, zona centrale ad alta densità di immigrati.

Bolleri, un disabile con più di un problema, non sta bene e per qualche tempo va a vivere da un cugino. La casa è vuota e una famiglia marocchina non perde tempo: sfonda ed entra. Bolleri si accorge del disastro e corre a fare denuncia. Il caso, sollevato da Luigi De Luca di Area popolare, arriva anche in consiglio comunale, ma non basta. E Bolleri s'infila, senza saperlo, nel labirinto delle istituzioni, fra cavilli, buonismo e rimpalli. Ci vorrà un mese per tornare nell'appartamento in cui viveva regolarmente, un'abitazione popolare di proprietà del Comune. Per qualche giorno nessuno interviene, poi il caso esplode sui giornali e in tv e allora le istituzioni corrono ai ripari, ma ci vuole pazienza. E poi ci sono di mezzo i tre bambini marocchini che avevano trovato rifugio, con la mamma, fra quelle mura. Nessuno vuole scaraventarli in strada; la giunta di centrosinistra si muove lentamente e prova un'impossibile mediazione. Bolleri scalpita, ma il Comune prende tempo, lo tratta con una certa freddezza, gli contesta il mancato pagamento di alcune rate del canone.

Una situazione incredibile. Bolleri inizia lo sciopero della fame. Fino al crollo: lo portano in ospedale, lo rimettono in sesto. Intanto, in un clima surreale, la signora marocchina prova a dettare le condizioni della sua uscita: vuole un'altra casa equivalente, dove possa abitare anche il convivente siciliano. Lunedì finalmente l'intervento della magistratura: gli abusivi vengono allontanati, ma la storia non è ancora finita. Bolleri resta fuori. Fino a ieri.

Quando varca la soglia, fra i flash dei fotografi, ed emozionato ripete solo due parole: «Sono felice».

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