Il tour italiano di De Blasio fa arrossire i sindaci «rossi»

Pronto il messaggio per Marino e de Magistris: "Le città non si governano con l'ideologia"

Il liberal democratico Bill de Blasio, nuovo sindaco di New York
Il liberal democratico Bill de Blasio, nuovo sindaco di New York

«Le metropoli non si governano con provvedimenti ideologici (...) I sindaci devono uscire dal palazzo e girare tra le strade (...) e dare risposte concrete ai problemi reali dei propri concittadini». Firmato: Bill De Blasio, sindaco di New York. Frasi presenti nella bozza del discorso che De Blasio pronuncerà nel nostro Paese e che già fanno tremare Luigi de Magistris e Ignazio Marino. Il sindaco di Napoli («Giggino» per i partenopei), e il suo collega della Capitale (al quale i romani hanno appioppato il soprannome di «SottoMarino» a causa dell'«abilità» con cui ha gestito l'emergenza pioggia) riceveranno la prossima settimana la visita di Bill «The Gigant» (1,96 centimetri di altezza per 101 chili di peso).
Le diplomazie sono al lavoro per organizzare il tour tricolore dell'italoamericamo che dallo scorso gennaio ha ereditato da Bloomberg il governo di New York. Cento otto sindaci, prima del «democratico liberal progressista» Bill, hanno occupato quella poltrona sospesa tra cielo capitalista e terra proletaria, ma nessuno come De Blasio (53 anni) incarna la capacità di andare oltre i paraocchi ideologici sporcandosi le mani con ciò che vede, più che con ciò che pensa. Risultato: a New York la forbice tra ricchi e poveri si sta riducendo, e la città si conferma modello di efficienza. Insomma l'esatto contrario di quanto fanno de Magistris e Marino, icone di un buonismo di facciata che rincorre populismi, a danno dei veri problemi della gente. Fischieranno le orecchie a Giggino e SottoMarino quando Bill farà cenno al principio del «no ideologically» opposto al politically correct caro alla sinistra dei salotti. De Blasio - liberal e progressista come dichiarano di essere i sindaci di Roma e Napoli - in questo primo semestre di guida di New York si è mosso in autonomia, come mai penserebbero (e potrebbero) Marino e de Magistris, schiavi delle «linee di partito».
Nulla a che fare con l'indipendenza di De Blasio, tanto rivoluzionario da «rinnegare» perfino il suo nome. Warren Wilhelm non gli piaceva. Voleva essere Bill De Blasio, il nome della mamma italiana e dei nonni che si erano trasferiti dalla Basilicata e dalla Campania per prendersi cura di lui. Scrive Furio Colombo: «Fin dalle scuole elementari, e prima di averne la possibilità legale, Wilhelm ha voluto essere De Blasio, e così figura in tutte le pagelle e diplomi. Ne fa una questione affettiva: sono stati la madre e i nonni a prendersi cura di lui, quando suo padre, di origine tedesca, se ne è andato». Un legame - quello di Bill col nostro Sud - che ha rimarcato nel giorno della sua elezione, ringraziando i conterranei, o meglio «conterronei».

Non è quindi un caso che De Blasio nel suo tour faccia tappa anche a Grassano, il paese in provincia di Matera da cui nel 1903 la nonna, Anna Briganti, emigrò negli Usa; qui sposò Giovanni De Blasio e da loro nacque Dorotea, madre di Bill. Il sindaco di Grassano, Francesco Sanseverino, sta preparando tutto: «Ci teniamo a fare bella figura». La faranno di sicuro.

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