
È più forte di lui. L'utilizzo di immagini forti e di parole volgari è una delle cifre stilistiche di Donald Trump, uno che semplifica i messaggi politici così tanto da usare un linguaggio da spogliatoio, a prescindere da chi si trova davanti. Fossero anche gli studenti dell'università dell'Alabama, di cui ieri il presidente era ospite. In un passaggio del suo discorso, Trump ha detto che «i signori di internet mi stanno baciando il culo», in inglese kissing my ass. Un'immagine anatomica che il presidente aveva già utilizzato all'epoca dello spauracchio dazi, quando riferendosi all'atteggiamento dei Paesi che rischiavano di essere colpiti dalle gabelle disse: «Ora chiamano tutti per venire qui a baciarmi il culo». «Bisogna avere la giusta visione - ha detto il tycoon a Tuscaloosa -. Se guardate questa gente di internet... Ne conosco così tante, Elon (Musk, ndr) è fantastico. Ma ora li conosco tutti, mi odiavano durante il mio primo mandato, ma ora tutti mi stanno baciando il culo». Risate. Applausi. Sorpresa? Poca.
Naturalmente la volgarità è meno rilevante in questo caso dell'arroganza e del disprezzo che Trump manifesta con queste frasi, che hanno soprattutto lo scopo di compiacere il suo elettorato più di pancia, che ama vedere in lui il nuovo sceriffo in città, dai modi spicci e dalla lingua svelta. Una discontinuità lessicale che fa il paio con quella politica e che fa di Trump un vero gangster alla Casa Bianca. Accadde altre volte ancora: quando un paio di mesi fa attaccò senza giri di parole il suo predecessore: «Biden è stato il peggior presidente della nostra storia. Sto rimediando ai suoi disastri, ogni cosa che ha toccato è diventato una merda, ogni cosa». In un'altra occasione, qualche settimana fa, l'inquilino della Casa Bianca avrebbe usato una parola da «beep» anche contro Elon Musk, commentando così l'intenzione dell'imprenditore di partecipare a un incontro sulla Cina a cui non era stato invitato. «Che cazzo ci fa Elon lì? Assicuratevi che non ci vada», aveva detto in quell'occasione al suo personale, ma almeno in questo caso il suo turpiloquio non era stato pubblico. E anche quando l'eloquio non scade nell'oscenità, il linguaggio forte fa comunque parte dellarmamentario trumpiano. Nei mesi scorsi The Donald ha accusato l'Europa di essere un continente «molto cattivo», «un'atrocità» popolato di «scrocconi» e «patetici» e anche «orribili».
In Alabama Trump è tornato anche sul nodo immigrazione, dopo che un giudice del Texas ha definito illegale la deportazione di migranti nelle prigioni di El Salvador appellandosi a un'«invasione» che non c'è. «I giudici interferiscono, sulla presunta base del giusto processo.
Ma come possiamo garantire il giusto processo a chi è entrato illegalmente nel nostro Paese? Vogliono solo impedirmi di fare il lavoro per cui sono stato eletto», ha tagliato corto Trump. Senza usare parolacce ma picchiando ugualmente forte.
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