Cronaca giudiziaria

Tutti assolti per la "Jolly Nero". L'ira dei familiari delle vittime

Il 7 maggio del 2013 il cargo fece crollare la Torre Piloti causando 9 morti. I parenti in aula: "Si sono uccisi da soli?"

La nave Jolly Nero mentre viene spostata dai rimorchiatori
La nave Jolly Nero mentre viene spostata dai rimorchiatori

Genova. Tutti assolti, in una sentenza d'appello che ribalta quanto avvenuto in primo grado. Si è chiuso ieri con 6 assoluzioni, tra cui quella dell'ammiraglio Felicio Angrisano, già ex comandante della Capitaneria di porto di Genova, il processo-bis sul crollo della Torre piloti di Genova, quello legato alla collocazione e alla pericolosità della struttura, crollata la notte del 7 maggio 2013 provocando 9 vittime.

Ieri la parola finale nel procedimento, un secondo filone processuale nato su istanza della madre di una delle vittime, Adele Chiello, che nel crollo aveva perso il figlio Giuseppe Tusa, giovane militare della Capitaneria di porto, e che da anni denunciava la pericolosità della collocazione della torre. Il processo bis era incentrato sull'accertamento di eventuali responsabilità tra i costruttori e i progettisti della Torre piloti del porto collocata a molo Giano ma anche in capo ai datori di lavoro delle vittime.

L'ammiraglio Angrisano, ieri in aula per la sentenza, in primo grado era stato condannato a tre anni. Nei suoi confronti il sostituto procuratore generale aveva chiesto la condanna a 2 anni e sei mesi; il collegio giudicante ha emesso un'assoluzione con formula perché il fatto «non costituisce reato». Tutti gli imputati erano accusati di omicidio e disastro colposi. Insieme ad Angrisano sono stati assolti anche lo strutturista Angelo Spaggiari, in primo grado condannato ad 1 anno e 6 mesi, come Mario Como, e l'ex tecnico del Consorzio autonomo del porto Paolo Grimaldi, in primo grado condannato a 2 anni. Assoluzioni anche per Giovanni Lettich del Corpo piloti e per il commissario del Consorzio del porto Fabio Capocaccia, condannato a due anni in primo grado.

In aula la rabbia dei familiari delle vittime alla lettura della sentenza. «Erano poveri lavoratori, uccisi mentre facevano il loro dovere e i loro superiori avrebbero dovuto proteggerli», ha detto Adele Chiello. Che poi, dopo la lettura del dispositivo, ha commentato parlando con i cronisti: «Sono tutti colpevoli ma quanto vale la vita di un morto? Si sono uccisi da soli? I potenti non si toccano! I giudici non avevano un figlio lì sotto». Presente in aula a Genova anche una delegazione dei familiari della strage di Viareggio. Una sentenza «vergognosa - hanno affermato - un verdetto che calpesta di nuovo la vita delle vittime».

Nessun commento dall'ammiraglio Felicio Angrisano, a parlare dopo la sentenza i difensori di Giovanni Lettich ai tempi alla guida dei Piloti del porto, la cui difesa era affidata a Sergio Carbone e a Simone Vernazza. «Siamo contenti per il comandante Lettich - hanno spiegato fuori dal tribunale - perché era fuori da ogni possibile coinvolgimento in questa vicenda avendo fatto tutto il possibile prima, durante e dopo l'accaduto. Lettich ha alle spalle un'esperienza e risultati professionali che meritavano di essere riconosciuti».

L'inchiesta principale sulle cause del crollo era già arrivata a sentenza definitiva con l'assoluzione del pilota del porto Antonio Anfossi, in primo grado condannato a 4 anni, e le assoluzioni di Giampaolo Olmetti e del terzo ufficiale Cristina Vaccaro.

Dopo il passaggio in Cassazione erano state riviste al ribasso le pene per il comandante della nave Messina, Roberto Paoloni, condannato a 7 anni, per il primo ufficiale Lorenzo Repetto, che deve scontare 5 anni, e per il direttore di macchina Franco Giammoro, condannato a 4 anni.

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