In Ue crollo dei consensi. Spagna, stop alle armi con tecnologia israeliana

Tel Aviv sempre più isolata

In Ue crollo dei consensi. Spagna, stop alle armi con tecnologia israeliana
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La Spagna si conferma in prima linea contro «la guerra disumana a Gaza». Dopo aver riconosciuto formalmente lo Stato palestinese, dopo l'invito all'Unione europea a imporre sanzioni contro Israele, il governo di Pedro Sánchez si spinge oltre. Ha deciso di annullare l'acquisto di 168 postazioni di tiro e 1.680 missili anticarro Spike LR2 a tecnologia israeliana, per un valore complessivo di 287,5 milioni di euro, che sarebbero stati fabbricati in Spagna su licenza della società israeliana Rafael. Madrid ha inoltre stabilito che il programma del lanciarazzi multiplo Silam proseguirà, ma il nuovo lanciarazzi sarà fabbricato senza la tecnologia dell'azienda israeliana Elbit. La mossa segue l'annuncio dell'esecutivo di Madrid di voler attuare un «piano di disconnessione tecnologica» dall'industria militare israeliana che ha «l'obiettivo» di portare a conclusione le forniture di armi da Israele». Per Madrid, se la guerra a Gaza non termina, anche l'Accordo di associazione fra l'Unione e Israele basato sul suo articolo 2 sul rispetto dei diritti umani, deve essere sospeso immediatamente e l'Ue deve pensare a un embargo sulla compravendita di armi a Israele, oltre che a sanzioni.

La Spagna fa dunque da apripista. In un momento in cui l'opinione pubblica europea è sempre meno solidale a Israele a causa del conflitto a Gaza. Secondo un sondaggio YouGov condotto in sei Paesi dell'Unione, tra cui l'Italia, il sostegno a Israele è al suo punto più basso da anni. Proprio gli italiani sono i cittadini più critici ormai nei confronti della strategia dello Stato ebraico. Soltanto il 6 per cento del campione di popolazione italiana approva le operazioni militari israeliane a Gaza e ritiene che la risposta all'attacco di Hamas sia proporzionata. Tra i sei Paesi presi in considerazione - Regno Unito, Francia, Germania, Danimarca, Spagna e Italia - solo un quinto delle persone sondate ha un'opinione favorevole di Israele. E ovunque si registra un crollo. In Germania -44, in France -48, in Danimarca -54, i punti più bassi dal 2016. In Italia -52 e Spagna -55, anche questo il dato più basso ma dal 2021.

Leggero miglioramento nel Regno Unito, con -46 rispetto al -49 dello scorso anno. Nel complesso, solo tra il 13% e il 21% degli intervistati in tutti i Paesi ha un'opinione favorevole su Israele, rispetto al 63%-70% con un'opinione sfavorevole.

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