Inizia a prendere forma al Parlamento europeo una nuova maggioranza alternativa a quella Ursula (basata sull'alleanza tra popolari e socialisti). È la "maggioranza Giorgia", formata dall'asse tra Ppe ed Ecr con anche i Patrioti. Il nome, come facilmente intuibile, deriva da Giorgia Meloni e dal "modello italiano" della coalizione di centrodestra. Non stiamo parlando (ancora) di una maggioranza strutturata a Bruxelles ma delle prove generali di quanto potrebbe avvenire nella prossima legislatura europea e, in ogni caso, di uno schema che si sta verificando con sempre maggiore frequenza nei voti del parlamento europeo anche nell'attuale legislatura. Proprio ieri infatti Ppe ed Ecr, insieme ai Patrioti e una parte dei liberal di Renew, hanno votato insieme le modifiche alla legge Ue sulla deforestazione con un voto che ha un valore importante sia nel metodo sia nel merito.
Nel metodo poiché le modifiche alla legge sulla deforestazione vengono approvate con il voto di una maggioranza alternativa a quella che oggi governa l'Ue applicando il cosiddetto "schema Venezuela" con cui popolari, conservatori e patrioti avevano chiesto all'Ue di riconoscere Edmundo González Urrutia come legittimo presidente del Venezuela candidando all'assegnazione del Premio Sakharov per la libertà di pensiero l'opposizione al presidente venezuelano Nicolas Maduro.
Nel merito perché con 402 voti a favore, 250 contrari e 8 astenuti, si chiede il rinvio di un anno dell'entrata in vigore delle norme e dei requisiti di trasparenza per le aziende introducendo una clausola di revisione da effettuare entro il 30 aprile 2026.
Si tratta di un nuovo colpo al "Green deal" europeo ed è importante sottolineare come le modifiche proposte al testo ricalchino quelle approvate dal Consiglio dell'Ue la scorsa settimana con i popolari che hanno evidenziato come il voto sia "in linea con un compromesso equilibrato già concordato da 24 Paesi dell'Ue".
Il risultato del voto ha suscitato la reazione della sinistra europea che, guidata dai Verdi, si è scagliata in particolare contro il Ppe, colpevole di "allearsi con le destre". In realtà, la collaborazione tra popolari e conservatori, non è una novità e riguarda vari ambiti. Non a caso il capo delegazione del Pd Nicola Zingaretti ammette che il voto di ieri "è la conferma di quello che diciamo dal primo giorno. In questo Parlamento ci sono due maggioranze".
Come spiega il co-presidente di Ecr Nicola Procaccini, "siamo andati anche oltre alla maggioranza Venezuela o Giorgia, perché probabilmente molti liberali di Renew hanno votato come noi. Questo vuol dire che il consenso sulla nostra agenda e piattaforma politica si sta allargando, a conferma della bontà del lavoro che stiamo facendo al Parlamento europeo.
Soddisfatto del voto anche l'europarlamentare dell'Ecr Pietro Fiocchi mentre per il capo delegazione di Fdi Carlo Fidanza c'è "soddisfazione per un risultato importantissimo che si allinea al lavoro altrettanto importante che ha fatto il nostro governo in sede di Consiglio spingendo, tra i più attivi, per ottenere questo rinvio e una
clausola di revisione al 30 di aprile 2026, che ci consentirà di mettere mano nel merito a un regolamento che deve ancora essere modificato in meglio".La maggioranza Giorgia è sempre di più una realtà con cui fare i conti.