Per mettere ordine ai loro scontrini hanno assunto un reggimento di commercialisti mentre per imparare a governare inseriscono tra le spese i loro corsi di formazione. I parlamentari del M5s hanno ripreso a pubblicizzare i rimborsi ma soprattutto a documentare le uscite. Bloccata per mesi, da ieri, è infatti ripartita la piattaforma «Ti rendi Conto» ed è subito chiara una cosa: gli unici conti in ordine sono quelli dell'Associazione Rousseau di Davide Casaleggio che ogni mese riscuote 300 euro dagli onorevoli.
Per cominciare, la quota di indennità da restituire è ormai di solo 2mila euro al mese e le restituzioni si sono in realtà fermate a settembre. Ma è tra le pieghe dei rendiconti, alla voce «consulenze», che ormai si cela di tutto. Da gennaio 2018, il deputato Giuseppe Brescia, ogni mese, dichiara di spendere ben 10mila euro per «formazione e ricerche». Stando a quanto riporta, ha finora impiegato 90mila euro per formarsi e ricercare, ma purtroppo non ci è dato sapere cosa. Più parsimonioso è stato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che si limita a spendere 1.850 per non rimanere indietro negli «studi». Parlando di giustizia non sono pochi i 3.952 euro che carica come spese di formazione il deputato Nunzio Angiola in passato condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale. Perfino il tesoriere del M5s, di fatto il responsabile di questo inferno tecnologico, Sergio Battelli, deve ricorrere al commercialista per fare quadrare i (suoi) conti e corrispondergli 786,66 euro. Ed è davvero un dispiacere che il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, utilizzi 2.573 euro, sempre al mese, per i «social» e quindi per condividere le sue posizioni a favore del despota venezuelano Maduro.
Tra i deputati del M5s c'è chi ha compreso che a furia di bloccare le grandi opere il rischio è di finire in tribunale e che è meglio procurarsi un buon avvocato. Angela Ianaro ogni mese si assicura la protezione «legale» per 2.927 euro, ma chi non bada al denaro è la senatrice Felicia Gaudiano che, a dirla tutta, avrebbe anche l'immunità. Il suo avvocato costa 5.075 euro al mese. Se si scorrono invece i giustificativi della senatrice Anna Orrico c'è da credere che il suo ufficio sia un laboratorio informatico. Ogni 30 giorni, acquista pc e tablet per 2.007 euro. Occorrerebbe invece avvertire il deputato Filippo Perconti che 2.196 euro che dice di spendere per i social sono mal spesi, ha visiblità zero. Tuttavia la vera sorpresa è sapere che pur detestando i giornalisti ci sono senatori del M5s che ne stanno garantendo la fortuna. Sono Gianluca Perilli e Stefano Patuanelli che pagano i loro collaboratori dell'ufficio stampa rispettivamente 5.515 euro uno e 4.977 euro l'altro. Chi non ha rimborsato né rendicontato è invece la deputata Flora Frate che, preoccupatissima, ha però già preparato una memoria difensiva sul suo profilo Facebook: «Sto predisponendo il secondo bonifico».
Naturalmente non si poteva che finire con Danilo Toninelli, il ministro dei costi e dei benefici, il ministro che ha studiato ogni singola cifra della Tav ma che quando si è trattato di dettagliare le sue ha preferito rimanere sul vago: 3.606 euro al mese definiti semplicemente «Altre spese». E di questi si può, almeno, dire che sono solo costi.
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