"Un'alleanza tra la scuola e i privati"

Il ministro dell'Istruzione: "Piano di partnership per modernizzare l'intero sistema"

"Un'alleanza tra la scuola e i privati"
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Un'alleanza per la scuola, la battezza Giuseppe Valditara. «Una partnership tra privati e istituzioni scolastiche», spiega il ministro dell'istruzione e del merito, alzando il velo, in questa intervista al Giornale, su un pacchetto di iniziative altamente innovative. Dall'introduzione del project financing alla carta che il professore esibirà al momento di prenotare un treno o un aereo. «Siamo convinti della importanza di un nuovo rapporto fra scuola e società e per questo ci stiamo muovendo lungo diverse direttrici. La prima è il project financing».

Un modello sperimentato con successo per le infrastrutture. Qui siamo in un altro contesto: a che cosa pensa?

«L'idea è semplice, stiamo riflettendo su come realizzarla al meglio, predisponendo eventualmente alcune modifiche normative. Il privato costruisce a sue spese un nuovo edificio scolastico o ne ristruttura uno esistente previa convenzione con il soggetto pubblico».

In cambio, lui dove guadagna?

«In cambio gestirà per un periodo congruo, che potrebbe essere di vent'anni, tutti i servizi connessi alla gestione della scuola: il riscaldamento, le pulizie, la mensa, gli impianti sportivi, il bar. Si tratta di un global service».

Realisticamente, quando si partirà?

«Terminate le ultime verifiche siamo pronti a partire già nel 2024 con una sperimentazione. Ovviamente occorre avere la collaborazione degli enti locali che sono i proprietari degli edifici scolastici esistenti. Se l'esperimento funzionerà potremo realizzare una autentica rivoluzione nella edilizia scolastica con tante scuole belle, ben tenute e all'avanguardia. Ma c'è di più».

Sul versante energetico?

«Esatto. C'è un progetto cui stiamo lavorando per installare i pannelli solari sui tetti degli edifici scolastici».

Un'impresa molto innovativa.

«Ci siamo dati obiettivi importanti. Poi ci vorrà un certo tempo per realizzarli. Dobbiamo muoverci fra le competenze dei comuni, delle province, trovare i finanziamenti per partire».

Le scuole potrebbero diventare autosufficienti sotto il profilo energetico?

«Le previsioni sono incoraggianti: ogni istituto potrebbe garantirsi l'autonomia energetica e poi immettere nella rete, vendendola, una ulteriore quota di energia con un ricavo stimato fra i 30 mila e i 60 mila euro l'anno».

Ha già messo in conto critiche?

«Il nostro obiettivo è modernizzare il sistema e fare diventare la scuola un centro capace di moltiplicare lo sviluppo del territorio. Trasformarla nell'anima e nella mente della crescita di un quartiere e di un comune. Non vedo nulla di scandaloso in quanto proponiamo. Piuttosto è importante anche collegare sempre più scuola e mondo del lavoro, soprattutto per quanto riguarda gli istituti tecnici e professionali. Per questo stiamo per aprire al Ministero una nuova direzione che diventerà operativa nei prossimi mesi: quella per la ricerca e il trasferimento tecnologico».

Di che cosa si occuperà?

«Cercherà anzitutto di incrociare le esigenze delle scuole con quelle delle imprese. Lo scopo è facilitare investimenti privati a sostegno dello sviluppo della didattica e dei laboratori. Poi stimolerà la ricerca e la brevettazione, in particolare per gli istituti tecnici e professionali».

Scusi, gli investimenti dei privati non si facevano già prima?

«Oggi non vi è una strategia, è lasciato tutto alla disponibilità occasionale di qualche impresa e alle iniziative di singole scuole. Io invece penso che il mondo produttivo debba partecipare a questa sfida».

I soldi arriveranno soprattutto nel Centronord. Il Sud rimarrà indietro?

«Assolutamente no. A differenza di oggi, prevediamo un Fondo di perequazione nazionale proprio per sostenere quelle scuole situate in realtà che non hanno un retroterra imprenditoriale forte».

Si farà davvero questo patto per l'Italia?

«Voglio convogliare maggiori risorse private verso la scuola. Secondo i dati OCSE siamo agli ultimi posti in Europa per questo tipo di finanziamenti. Dobbiamo essere consapevoli che i soldi destinati all'istruzione non sono spese ma investimenti. La congiuntura è favorevole: abbiamo avviato una importante riforma degli istituti tecnici e professionali che ha incontrato un grande consenso da parte delle associazioni produttive. Non basta: mi lasci annunciare un ultimo dossier che però è il primo a partire».

Quale?

«Quello

delle convenzioni con alcuni soggetti come Coldiretti, Italo, Ferrovie, Ita, Aeroporti di Roma. Il personale che lavora nella scuola avrà diritto ad avere sconti su treni, aerei, mezzi di trasporto, negozi e agriturismi».

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