"Unesco woke e anti-Usa". Trump ritira gli Stati Uniti (per la seconda volta)

Nuovo strappo dopo quello del 2017. Onu: "Scelta deplorevole ma prevista"

"Unesco woke e anti-Usa". Trump ritira gli Stati Uniti (per la seconda volta)
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Donald Trump ritira gli Usa dall'Unesco, per la seconda volta, accusando l'agenzia dell'Onu per l'educazione, la scienza e la cultura di avere posizioni anti-americane, anti-israeliane, e di portare avanti un'agenda woke. Nel febbraio scorso il presidente aveva ordinato una revisione di 3 mesi della presenza degli Stati Uniti, durante la quale l'amministrazione "ha contestato le politiche Unesco in materia di diversità, equità e inclusione, nonché i suoi pregiudizi pro-palestinesi e pro-Cina" ha spiegato un funzionario della Casa Bianca ai media. Mentre la vice portavoce di Pennsylvania Avenue, Anna Kelly, ha confermato: "Trump ha deciso di ritirare gli Usa dall'Unesco, organizzazione che sostiene cause culturali e sociali woke e divisive, in contrasto con le politiche di buon senso per cui gli americani hanno votato a novembre". Gli Stati Uniti si erano già ritirati una volta durante il Trump I, nel 2017, decisione divenuta effettiva nel 2019, citando timori di pregiudizi anti-israeliani, ma vi sono rientrati sotto Joe Biden nel 2023. Audrey Azoulay, direttrice generale dell'agenzia con sede a Parigi, ha espresso "profondo rammarico", precisando tuttavia che "per quanto deplorevole possa essere, questo annuncio era previsto e l'Unesco si stava preparando". "Le ragioni addotte dagli Usa sono le stesse di sette anni fa, sebbene la situazione sia profondamente cambiata, le tensioni politiche si siano attenuate e l'organizzazione costituisca oggi un raro forum per il consenso su un multilateralismo concreto e orientato all'azione" ha sottolineato in una nota. Il presidente francese Emmanuel Macron, da parte sua, ha offerto il suo "incrollabile sostegno" all'Unesco, definendola, tra le altre cose, "custode universale" per la scienza e la cultura: "Il ritiro degli Usa non indebolirà il nostro impegno al fianco di coloro che guidano questa lotta". Israele, invece, ha apprezzato la decisione (che entrerà in vigore nel dicembre 2026): il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar ha ringraziato l'alleato per il "supporto morale e la sua leadership". "Questo è un passo necessario, volto a promuovere la giustizia e il diritto di Israele a un trattamento equo nel sistema delle Nazioni Unite, un diritto spesso calpestato a causa della politicizzazione in questo ambito" ha detto. Sia gli Usa che lo Stato ebraico hanno accusato l'Unesco di avere assunto una posizione anti-israeliana. Inoltre, il braccio culturale dell'Onu è stato anche criticato per la pubblicazione, nel 2023, di un kit di strumenti contro il razzismo e la discriminazione, duramente criticato dall'amministrazione Trump.

"Come molte agenzie delle Nazioni Unite, l'Unesco si è allontanata dalla sua missione fondante - ha affermato la portavoce del dipartimento di Stato Tammy Bruce - In futuro, la partecipazione Usa alle organizzazioni internazionali deve rendere l'America più sicura, più forte e più prospera". Subito dopo il suo ritorno nello Studio Ovale, il tycoon ha firmato pure il ritiro dall'Oms e dall'accordo sul clima di Parigi.

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