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"Solo vecchi stereotipi". Così l'ambasciatore italiano a Londra asfalta l'Economist

L'ambasciatore Inigo Lambertini, da due settimane in carica a Londra, boccia l'Economist e la genesi della sua copertina e dà una lezione a Londra: "Serve un quadro più accurato dell'Italia"

"Solo vecchi stereotipi". Così l'ambasciatore italiano a Londra asfalta l'Economist

Quella del The Economist odierno è una copertina "sfortunatamente ispirata a vecchi stereotipi" e che mal si addice al "secondo Paese manufatturiero in Europa" noto per le sue eccellenze che vanno "dall'aerospazio, alle biotecnologie, dall'automotive al settore farmaceutico". Parola del neo ambasciatore d'Italia a Londra, Inigo Lambertini, il quale ha fortemente stigmatizzato l'immagine della premier dimissionaria Liz Truss raffigurata come un centurione romano armata di un gladio-forchetta ricolmo di spaghetti. Il tutto condito dalla scritta "Britaly", a testimoniare il presunto declino della politica britannica verso standard italiani.

Lambertini ha scritto una missiva ripostata via Twitter e rilanciata anche dalla leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni a difesa della dignità nazionale. "Leggere l'Economist è un piacere per ogni diplomatico - ha aggiunto l'ambasciatore - a maggior ragione dal momento che dedicate un'attenzione costante all'Italia, tanto amata dai britannici", ma in questo caso qualsiasi altra scelta stilistica per la copertina "fornirebbe un più accurato quadro dell'Italia, tenuto conto anche della vostra, non così segreta, ammirazione per il nostro modello economico".

Lambertini coniuga tatto diplomatico e chiarezza nel messaggio indirizzato "ai nostri cari amici dell'Economist" e prende posizione. Cita quattro settori industriali in cui nettamente la tecnologia e l'ingegno imprenditoriale italiano sono competitivi e capaci di presentarsi come protagonisti nel mercato britannico. Dall'attività di aziende come Leonardo nell'aerospazio britannico al protagonismo di Roma nel food&beverage, nella gastronomia, nel design nel mercato britannico, per arrivare al ruolo dell'Italia nell'accelerare la corsa al vaccino anti-Covid britannico di AstraZeneca e alle lifesciences ampiamente promosse dall'ambasciata in recenti iniziative come Italy4Innovation l'ingegno tricolore è ben noto in Regno Unito. Lambertini lo sa e punta proprio a fare di questo punto di forza un messaggio chiaro e attivo.

Ben dovrebbero saperlo anche gli editori della prestigiosa testata inglese, che rispondono al nome della famiglia Agnelli-Elkann, proprietaria anche del Gruppo italiano GEDI, editore di Repubblica e La Stampa e da imprenditori protagonisti in uno di quei settori cardini, l'automobile, citato da Lambertini. Ma che sul fronte della discussione non hanno permesso che si evitasse una caduta di stile notevole e ispirato, purtroppo, a una lettura sommaria degli affari italiani da parte della redazione che fu di William Bagehot che non rappresenta, come abbiamo ricordato stamani su queste colonne, una novità. Un atteggiamento a cui Lambertini vuole porre un freno. Insediatosi due settimane fa, il diplomatico ha dichiarato di aver assunto la responsabilità della legazione di Londra “in un momento storico unico, con cambiamenti epocali in divenire accompagnati dall’elegante rispetto di tradizioni secolari”, e che il suo orientamento nel dirigere la Sede sarà basato su “pragmatismo, tutela degli interessi dei tantissimi connazionali e delle imprese italiane presenti nel Regno Unito, dialogo politico e culturale continuo con l’obiettivo di rafforzare la profonda amicizia che unisce Italia e Regno Unito".

A prescindere da qualsiasi scivolone, che non rispecchia la realtà di un Paese come l'Italia che è partner fondamentale anche per Londra.

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