Elezioni Amministrative 2021

La vera lezione da ripassare

Più della metà dei milanesi non ha votato. E di quella metà, solo poco più della metà ha scelto di tenersi Giuseppe Sala

La vera lezione da ripassare

Più della metà dei milanesi non ha votato. E di quella metà, solo poco più della metà ha scelto di tenersi Giuseppe Sala. Niente da dire. Probabilmente se lo è anche meritato e al centrodestra non resta che imparare la lezione. Anche perché è la terza volta consecutiva che consegna la città alla sinistra. E questa volta con l'umiliazione del primo turno. Forse dire che Milano è insicura e che le piste ciclabili sono una disgrazia non è la strada più giusta per convincere gli elettori. È la democrazia e anche un voto in più è sufficiente a legittimare l'elezione di un sindaco che evidentemente non ha spinto i milanesi a cercare un'alternativa. Va solo detto che Gabriele Albertini, quello che al momento è ancora considerato il migliore, nell'elezione al secondo mandato andò vicino al 58 per cento spendendo una manciata di euro e portando come programma solo quello che aveva fatto nel primo incarico. Certo, se il centrodestra si fosse messo d'accordo sul suo nome, magari le bottiglie si sarebbero stappate altrove. E anche i bottini delle liste avrebbero potuto essere ben più pingui. Considerazioni del giorno dopo che però non era difficile fare anche il giorno prima, quando i colonnelli di Giorgia Meloni in una stagione estiva già tarda per scegliere un candidato, si misero di traverso. Veti incrociati, sospetti e dispetti che ovviamente finirono solo per favorire l'avversario comune che ha potuto così vincere tranquillamente. A mani alzate, così come ha fatto ieri il Pd che ha potuto sfruttare la scia di un Sala vincente e invocare una santa alleanza con i 5Stelle per dare l'assalto a Regione Lombardia. Il fortino del centrodestra che da decenni non è contendibile e che, invece, già nel 2023 potrebbe essere preda della sinistra. Facile prevedere un'offensiva al veleno sui morti da Covid da imputare al governatore Attilio Fontana, mentre è stato proprio il generale Francesco Figliuolo a dire ieri che la campagna vaccinale in Lombardia è stata «eccellente». Ecco, perché il problema per il centrodestra adesso è far tesoro dello schiaffone. Già il leader della Lega Matteo Salvini ha detto che la scelta dei prossimi candidati va fatta per tempo. Magari diano un'occhiata alle preferenze prese da un giovane di talento come Marco Bestetti, un enfants du pays nato nel vivaio di Forza Italia, con già una buona esperienza da amministratore e su cui perfino Silvio Berlusconi aveva imposto la mano benevola. Suscitando l'ira di qualche sergente che per invidia (e per timore di perdere il posto) ne aveva fatto tramontare l'astro. Certo, nessuno è profeta in Patria, ma un po' di lungimiranza e una candidatura fatta crescere sui banchi dei consigli comunali o di Municipio potrebbe essere una preziosa alternativa, perdipiù autarchica, al ricorso a questa così mitizzata società civile che ha mostrato di essere così inaffidabile. Non nei candidati come Luca Bernardo che ci hanno messo la faccia facendo tutto quello che era nelle loro possibilità, ma nell'appello al passo avanti che è stato garbatamente respinto da gente che preferisce continuare a occuparsi dei propri fatturati invece che dedicarsi alla res publica per 6mila euro al mese. Tanto guadagna un sindaco per amministrare una città che ha più responsabilità e dipendenti di quasi tutte le aziende italiane.

Lo si ricordi a lor signori quando in questi altri cinque anni di Sala e centrosinistra si lamenteranno dei politici e della politica.

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