"Vi spiego perché Israele è in guerra e la sua Borsa vola"

L'ex capo di McKinsey Roger Abravanel: "Gli investitori lo sanno: non è la Russia né il Sudafrica"

"Vi spiego perché Israele è in guerra e la sua Borsa vola"
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Roger Abravanel si definisce "un ebreo italiano che conosce molto bene l'economia e la finanza di Israele". Ha aperto la McKinsey a Tel Aviv 25 anni fa e per questo quarto di secolo ha occupato posti nei cda di società di tutto l'occidente. Per questo è un osservatore autorevole e a lui chiediamo di questo apparente paradosso: come è possibile che la Borsa israeliana voli quando nel Paese è in corso una guerra?

"Non è un paradosso, è perfettamente spiegabile".

I numeri dicono che la Borsa di Tel Aviv è cresciuta del 200% in due anni dopo il crollo del 23% seguito al 7 ottobre. Non solo, ma in questo 2025 l'indice è su del 21%, meglio di ogni mercato importante. Anche lo shekel si è rivalutato. Gli investimenti nelle società tecnologiche viaggiano a valori molto superiori a quelli europei. Come si può spiegare? La guerra non fa paura?

"Dopo il 7 ottobre la borsa è crollata perché Israele era attaccata da Iran, Hezbollah, Houthi, Hamas. Sembrava a rischio la sua sopravvivenza. Ma in pochi mesi lo scenario geopolitico e molto migliorato grazie alle vittorie ottenute da Tel Aviv in Iran, Libano, Siria e contro Hamas. Queste vittorie rendono più debole l'Iran che è stato il grande destabilizzatore del Medio oriente con i suoi vari proxy del terrorismo. Questo ha anche accelerato il movimento di alcuni Stati arabi che hanno riconosciuto il diritto di esistere dello Stato di Israele. Oltre a Egitto e Giordania, possono riprendere gli accordi di Abramo con gli Emirati e potenzialmente l'Arabia Saudita. L'economia israeliana che da 20 anni cresce in modo straordinario e sembrava in crisi ha ripreso a correre".

Ma è solo geopolitica? O c'è dell'altro?

"La guerra degli ultimi due anni ha rafforzato l'attrattività della cosiddetta start up nation, la culla mondiale delle start up tecnologiche. Se prima erano tlc e chips, ora a guidare è la cybersecurity. E il filo rosso è sempre lo stesso: le competenze per attaccare sono le stesse per difendere. Gli hacker dei walkie talkie Hezbollah hanno le stesse competenze degli esperti di cybersecurity e il militare ha poi applicazioni nel civile. Le cito solo Wiz, la start up da poco rilevata da Google per 30 miliardi di dollari. Che è appunto una società cyber per il cloud. Israele ha dovuto sempre innovare per la sua sopravvivenza. Ora, dopo questa guerra, diventa ancora più innovativa".

Ma come si risponde all'aspetto morale? Stanno morendo migliaia di persone.

"È terribile che muoiano civili palestinesi e che ci siano questi poveri ostaggi da anni. Ma i grandi asset manager globali sono pragmatici, sanno che si tratta di vittime collaterali come in tutte le guerre, con ancora più rischi a Gaza perché Hamas usa i civili come scudi umani. Non credono al genocidio o all'apartheid, sanno che in Israele ci sono 2 milioni di arabi con qualità della vita superiore alla media dei Paesi arabi e che le donne sono molto più libere e rispettate.

Non hanno investito in Sudafrica quando c'era l'apartheid e vedono la differenza con la Russia che non ha mai avuto una aggressione come il 7 ottobre. E infatti in Russia gli investimenti internazionali sono crollati, in Israele no".

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