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Il video inedito di Sempio nel computer di Chiara (riapparso 18 anni dopo)

Il giorno seguente il delitto, il filmato visualizzato in caserma. Mai usato nelle indagini successive

Il video inedito di Sempio nel computer di Chiara (riapparso 18 anni dopo)
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C'è un video di Marco Poggi in cui il suo amico Andrea Sempio in una notte di marzo del 2007, cinque mesi prima che la sorella di Marco venga uccisa nella sua casa di Garlasco, fa irruzione in una scuola chiusa, e si lascia andare a piccoli vandalismi. Il video salta fuori ieri, e solleva due domande. La prima banale: cosa spinge dei ragazzi di provincia a passare così una serata? La seconda: come è possibile che quel video, come il resto del computer di Chiara, sia stato aperto e guardato dai carabinieri il giorno dopo, fuori da qualunque procedura, e che se ne perdesse la memoria per diciotto anni?

Negli innumerevoli punti oscuri dell'indagine sull'assassinio di Chiara Poggi ieri se ne aggiunge un altro, con il video pubblicato dalla youtuber Francesca Bugamelli sul suo canale Bugalalla Crime, spesso ben informato: è il canale dove poche settimane fa, a diciott'anni dai fatti, sono apparse le immagini di Sempio davanti alla villa dei Poggi il pomeriggio del 13 agosto, quando (dopo esserci passato due volte davanti senza fermarsi, nonostante l'affollamento di carabinieri e ambulanze) si presenta a chiedere cosa è accaduto nella casa dei Poggi: casa che conosce bene, e dove ora la Procura è convinta di avere trovato le sue impronte al momento dell'omicidio.

Nel nuovo video diffuso ieri, Sempio è assai simile a quelle foto: magro, vestito di scuro, i capelli neri lunghi fino a metà schiena. Insieme a lui, altri due coetanei: giocano a prendere a calci carte, vanno e vengono dall'inquadratura, alla fine rompono un tavolo e si allontanano. I due insieme a Sempio non sono riconoscibili, ma a girare il filmato è Marco Poggi: o qualcuno che usa il suo cellulare. Quattro mesi dopo, il 20 luglio, con un cavo Usb qualcuno trasferisce il filmato sul pc di Chiara.

Ventitre giorni dopo, la ragazza viene uccisa, la villa di via Pascoli posta sotto sequestro. L'indomani, come dimostra un verbale delle ore 12, i carabinieri sequestrano nella stanza di Chiara il pc marca Ndivia e lo portano in caserma, dove alle 16,28 il filmato viene visto da qualcuno degli investigatori. Che possa essere considerato irrilevante, è comprensibile. Più inconsueto è che di tutte le operazioni compiute quel giorno non venga lasciata traccia, e che i carabinieri esaminino il pc senza aspettare che venga estratta la copia forense del contenuto.

L'intero contenuto del pc di Chiara viene lasciato al di fuori delle indagini ufficiali, come se venisse scartata a priori la possibilità di trovare al suo interno la spiegazione del delitto. Ci si concentra solo sul computer di Alberto Stasi, anch'esso aperto fuori da ogni controllo, e manomesso in modo da azzerare l'alibi del fidanzato di Chiara.

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