Il freddo pungente, insolito per aprile e il fiume di sotto, con l'acqua gelida puntellata da rocce e blocchi di cemento.
Ma quel carabiniere del nucleo radiomobile di Alessandria è rimasto saldo, con gli occhi puntati sulla giovane donna che aveva di fronte e con voce ferma e tranquilla l'ha convinta a non suicidarsi.
Lui si chiama Salvatore Germanà, brigatiere, 20 anni nell'Arma. Ma avrebbe potuto chiamarsi in qualsiasi altro modo, perché tutti i carabinieri sono uguali, ci mettono il cuore. «Non ho frequentato nessun corso particolare per fronteggiare situazioni simili - dice con modestia Salvatore, padre di due splendidi figli - la cosa che contraddistingue noi carabinieri dal 1814 è il saper parlare e stare in mezzo alla gente». E' stata proprio l'empatia che è riuscito a creare con una trentenne, a salvarle la vita. Poco dopo mezzanotte la centrale operativa di Alessandria ha ricevuto la richiesta di intervento di una donna, che riferiva di avere appena avuto una videochiamata con la figlia, raccontando che era sotto l'effetto dell'alcol, seduta in precario equilibrio sul parapetto del ponte Meier. Non c'è atrocità più grande del sapere che un figlio è in pericolo e sentirsi inermi, divisi da quello spazio anche temporale che fa la differenza.
Quando la pattuglia è arrivata sul posto, lo ha fatto a luci spente, cercando di non provocare la reazione della giovane, seduta su una delle travi trasversali che collegano le due piattaforme carrabili a forma di mandorla del ponte. Aveva scavalcato la ringhiera di protezione e se ne stava lì, con le gambe a penzoloni nel vuoto. Non c'erano dubbi, si trattava di un altro possibile tentativo di suicidio, come altri già avvenuti dall'inaugurazione del ponte sul Tanaro nell'ottobre del 2016. «Ho scavalcato la balaustra, mi sono calato sulla stretta trave metallica e l'ho raggiunta - racconta il brigadiere - inizialmente mi ha detto di non avvicinarmi o si sarebbe lasciata cadere nel vuoto. Le ho promesso che non avrei condizionato le sue scelte e le ho parlato delle mie debolezze, dei miei problemi, ricordandole che tutti ne abbiamo, ma non c'è nulla di irrisolvibile». Salvatore era lì, seduto accanto a quella giovane disperata di cui aveva guadagnato la fiducia. Non aveva affrontato mai un caso simile, era spaventato come lo era lei. Ma era forte del fatto che spesso era finito in situazioni dove si era trovato a fare la differenza tra la vita e la morte. «Si è agitata quando sono arrivati i colleghi, l'ambulanza e i vigili del fuoco - dice ancora Salvatore - ho temuto di aver perso la sintonia che si era creata. Mi ha chiesto di allontanare tutti, siamo rimasti a parlare lì soli». E è avvenuto quello che tutti speravano: Salvatore ce l'ha fatta a portarla in salvo. «Le ho detto di alzarsi e aiutarmi a raggiungere il corrimano di protezione - spiega il carabiniere - le ho mostrato la mia fragilità, che anche io avevo bisogno di essere aiutato per arrivare fino alla ringhiera».
In prossimità della balaustra, la giovane è stata afferrata dagli altri carabinieri intervenuti ed è stata portata al pronto soccorso locale. Salvatore, invece, è tornato a casa e ha abbracciato i suoi figli. E in serata il premier Giorgia Meloni lo ha ringraziato per l'umanità e il suo coraggio.
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