La punizione di Zaia: non ricandida i consiglieri ​che hanno preso il bonus

Montagnoli, Barbisan e il vicepresidente Forcolin non saranno probabilmente ricandidati. Fontana, segretario della Lega in Veneto, ha commentato definendo ciò che hanno fatto “una grandissima sciocchezza”

La punizione di Zaia: non ricandida i consiglieri ​che hanno preso il bonus

Il governatore Luca Zaia avrebbe deciso di estromettere dalle prossime elezioni i tre consiglieri che hanno preso il bonus Covid delle partite Iva. Lorenzo Fontana, segretario della Lega nella regione Veneto e ministro del primo governo Conte, ha confermato la voce: «Dovremo parlarne al nostro direttivo e già ne ho parlato con Matteo Salvini: l’orientamento è quello di non mettere in lista chi ha chiesto il bonus Covid». Una decisione dura e certo non a cuor leggero ma forse doverosa. Il commissario della Lega in Veneto Fontana ha anche commentato quanto fatto dai consiglieri definendola una grandissima sciocchezza. Questa decisione, qualora venisse confermata, potrebbe chiudere per sempre ai diretti interessati la porta della politica.

Chi ha richiesto i bonus in Veneto

Gianluca Forcolin è il vicepresidente della Regione. Sembra che la domanda dei 600 euro, che è stata respinta, sia stata avanzata dalla socia nello studio di tributaristi di cui fa parte Forcolin. Il vicepresidente in una intervista al Corriere della Sera ha infatti spiegato: “Sono socio in uno studio di tributaristi. Quando è esplosa la questione del bonus, in queste ore, ho verificato con la mia socia che, senza che lo sapessi, ha presentato domanda per tutti dove possibile. Avevamo sette dipendenti in cassa integrazione. Il dato di fatto, però, è che io non ho visto un centesimo. Lo sottoscrivo col sangue. La domanda non è stata accettata. Non è arrivato mai nulla. La richiesta rispondeva a ogni criterio di legittimità e quei 600 euro, fossero arrivati, sarebbero rimasti nelle casse dello studio”.

Riccardo Barbisan e Alessandro Montagnoli, altri due consiglieri regionali, avrebbero invece ottenuto il bonus che sarebbe stato comunque devoluto in beneficenza. Il governatore Luca Zaia ieri aveva detto: «Non esprimo giudizi perché ognuno avrà la sua giustificazione, le sue motivazioni. Ci mettiamo poco a fare una sorta di “me too” al contrario. Sospensione e perdita del treno candidature. Se fosse per me quella persona non la candiderei”. Zaia aveva infatti chiesto a tutti gli amministratori pubblici di chiarire la loro posizione, un atto dovuto nei confronti dei cittadini che vogliono chiarezza anche in vista delle prossime elezioni.

Zaia: non trincerarsi dietro alla privacy

Nel rispondere alle domande dei giornalisti, sempre ieri, il governatore aveva detto di aver chiesto ai propri consiglieri un ragguaglio, sperando di chiudere tutto in giornata. “Per quanto riguarda il mio partito il segretario è stato chiaro parlando di sospensione.

L'appello che faccio a tutte le forze politiche, con il cuore in mano, è quello di non trincerarci dietro alla privacy altrimenti non ne usciamo e tra la gente resterebbe il sospetto. Chiedo che tutti chiariscano la loro posizione e mi rivolgo a tutto il consiglio regionale. Facciamo un #metoo al contrario in cui ognuno chiarisce la sua posizione" aveva infine chiesto a tutti i partiti.

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