
nostro inviato a Pontida (Bg)
Luca Zaia e Roberto Vannacci. Salgono sul palco di Pontida in rapida successione e portano le istanze delle due leghe che convivono dentro la Lega. Zaia trasmette l'inquietudine del Veneto e tutta la fatica personale di una partita che ancora non si è risolta. "Se la Lega - spiega - chiede che il candidato presidente del Veneto sia ancora un leghista, non è lesa maestà per la maggioranza, ma una richiesta legittima per dare continuità alla nostra amministrazione".
Poi, come già aveva fatto il giorno prima Salvini, battezza il suo successore virtuale: "Il nostro candidato è Alberto Stefani. Poi capiremo cosa deciderà il tavolo, se non sarà della Lega, sarà un problema".
Gli chiedono di Vannacci, che interviene proprio in quei minuti, subito dopo il debuttante Stefani, e Zaia distilla gelo alla sua maniera: "Vannacci sarà la Lega dei prossimi 10 anni? Perché dovrebbe esserlo, in Lega abbiamo un sacco di persone in gamba, i segretari si scelgono nei congressi e coinvolgono il popolo della Lega. Vannacci - è la frecciata finale - può essere un valore se fa il leghista".
Vannacci non replica, arringa il suo popolo, tuona contro gli stranieri che stuprano e rapinano, evoca la X Mas. Due leghe dentro la Lega, anche se l'applausometro, generoso, premia tutti con un tributo corale. Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, presenta la Carta della Lombardia, anticipata ieri dal Giornale, la risposta dei territori al centralismo, vero o presunto, dell'autore del Mondo al contrario.
È il vecchio cavallo federalista che torna a galoppare, o almeno i big della vecchia guardia ci provano. E infatti da Gemonio l'ormai ottantaquattrenne Umberto Bossi, un fantasma a Pontida dal 2017, si mostra entusiasta e mette la propria firma sotto la Carta e lo slogan: "Meno Roma in Lombardia, più Lombardia a Roma". "Da Lombardo - annuncia Bossi all'Adnkronos - firmo e sottoscrivo con lo stesso spirito un giuramento che non si spegne, che si rinnova e che continua a guidare la nostra battaglia".
Anche Vannacci stringe fra le mani un vocabolo così impegnativo: il giuramento di Pontida del 7 aprile 1167 che sancì la nascita della Lega Lombarda. "Andrebbe insegnato nelle scuole, come Manzoni e gli eroi della X Mas, Durand de la Penne, Emilio Bianchi. I ragazzi non sanno nulla di queste cose, ma sanno chi è Greta Thunberg che non ha combinato nulla".
"Noi - insiste il generale - rinnoviamo il giuramento. Lo straniero non è quello per cui vorrebbero farci spendere 800 miliardi in armi. Lo straniero ci ha già invaso ed è quello dei porti aperti e che molto frequentemente ruba, stupra e rapina. Non ci rassegniamo - è la conclusione - alla società meticcia che vorrebbe qualcuno e all'islamizzazione delle nostre città".
Le due leghe, tenute insieme da Salvini. Vannacci e il suo team con lo stand proprio di fronte a quello dei lombardi che chiedono una robusta iniezione di autonomia.
Zaia intanto torna sul rebus Veneto e sulla controversa lista a suo nome: "Dicono che la lista Zaia vale il 44-45 per cento, non è un
soggetto politico, e l'ho sempre fatta per chi non si identifica negli attuali partiti". E oggi? Il finale è ancora da scrivere e Tajani non la vuole. "Tajani - è la replica - rappresenta un pezzo, non tutto il centrodestra".