da Roma
Già giovedì avevano fatto sentire la loro voce, i tesserati Ds di Civitavecchia, imbufaliti perché un loro uomo, Pietro Tidei, non è riuscito a sedersi sulla poltrona di sottosegretario ai Trasporti, come promesso dal Botteghino. E ieri sono tornati a manifestare davanti alla sede nazionale della Quercia a Roma. Furibondi. I diessini hanno preso a calci e pugni la porta della sede, pretendendo spiegazioni. Perché per il nostro uomo non cè il posticino promesso? «Oggi siamo in 50 domani saremo in 1000», hanno urlato i tesserati di Civitavecchia, pretendendo di essere ricevuti dai grandi capi del partito. «Non mantengono gli impegni - sè scaldata una militante -. Si erano presi 24 ore di tempo per darci una spiegazione sul mancato incarico a Tidei come sottosegretario ai Trasporti. Sono scadute alle 12 e non si è visto nessuno. Ci prendono in giro». Intanto i più facinorosi hanno incitato i compagni alla carica: «Buttiamo giù la porta», hanno gridato mentre prendevano a pugni il portone: «Entreremo con le buone o con le cattive».
Inevitabile lintervento della polizia e il successivo incontro tra un dirigente del partito e la delegazione di ultras. Tutto a posto? Macché. Loro volevano proprio entrare: «Almeno dieci persone devono salire. Oggi abbiamo visto Fassino e non gli abbiamo detto niente. Ma se non verremo ricevuti, domani lo fermiamo». Un dirigente Ds ha cercato di spegnere lincendio, spiegando che il segretario nazionale della Quercia in persona aveva parlato con Tidei. Risposta: «A noi non importa, dobbiamo dare spiegazioni agli elettori».
Insomma, una vera e propria rissa. Il presidio sè finalmente sciolto quando gli ultras hanno ottenuto la promessa che entro mercoledì prossimo, i vertici prenderanno una decisione sulla posizione di Tidei.
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