Il popolo del Teatro della Gioventù pronto a tornare in piazza

di Gianni Plinio* e Matteo Rosso**

Stimatissimo Direttore,
in democrazia la sovranità popolare viene prima di tutto.
Come non sta accadendo in Italia dove il governo Monti si regge su una maggioranza parlamentare che non corrisponde a legittimazione popolare in senso pieno. Infatti ad uscire vittorioso dalle ultime elezioni politiche è stato il governo Berlusconi che, tra l'altro, non è mai stato sfiduciato in Parlamento.
A distanza di un mese dalla grandiosa manifestazione organizzata dagli «Amici de Il Giornale» a Genova tutti i dubbi e le perplessità espresse dal popolo del Teatro della Gioventù stanno trovando puntuale riscontro. La telefonata tra la Merkel e Napolitano svelata da un giornale autorevole come il Wall Street Journal e risibilmente sconfessata dal Quirinale ripropone le dimissioni del presidente Berlusconi come la risultante di un colpo di stato in guanti bianchi per compiacere ai desiderata della Banca Centrale Europea, dell'asse franco-tedesco e delle lobby finanziarie internazionali.
Che poi la signora Merkel disponga di un lato B che non è esattamente quello di Pippa Middleton è un dato acclarato e che Giorgio Napolitano, a suo tempo sostenitore dell'invasione sovietica dell'Ungheria, non abbia sempre avuto sentimenti genuinamente democratici è un fatto altrettanto risaputo.

I fatti stanno, altresì, dimostrando come la vertiginosa salita del cosiddetto spread non fosse colpa del solito Berlusconi e che la terapia dell'esimio professor Monti, che poteva essere prescritta dallo zio di ciascuno di noi, più che «salva Italia» risulterà, con tutte le sue tasse e sovratasse, «affossa italiani» a cominciare da quelli appartenenti ai ceti più popolari abbandonati dalla stessa sinistra politica e sindacale. (...)

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