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Poste, la Consulta boccia la norma anti precari

La Corte Costituzionale si avvia a dichiarare l'illegittimità della norma anti-precari adottata nell'agosto dell'anno scorso. A giorni la Consulta depositerà la motivazione

Poste, la Consulta boccia la norma anti precari

Roma - La Corte Costituzionale - secondo quanto appreso dall’Ansa - si avvia a dichiarare l’illegittimità della norma anti-precari adottata con la manovra dell’agosto 2008 per arginare gli effetti dei numerosi ricorsi dei lavoratori a termine nelle Poste. La decisione è stata presa in un delle ultime camere di consiglio della Consulta che nei prossimi giorni depositerà le motivazioni. Ad essere stato bocciato è l’articolo 4 bis del decreto legislativo 368 del 2001 introdotto dal decreto fiscale della scorsa estate.

L'articolo "incriminato"
L’articolo 4bis che si avvia a cadere sotto la scure della Consulta prevede che, in caso di violazione delle legge in materia di contratto di lavoro, al lavoratore con un giudizio pendente alla data del 22 agosto 2008 non spetti l’assunzione a tempo indeterminato e il risarcimento delle retribuzioni maturate bensì un indennizzo di importo compreso tra un minimo di 2,5 e un massimo di sei mensilità dell’ultima busta paga. Il diritto all’assunzione non viene toccato, invece, per chi ha deciso di fare causa dopo il 22 agosto.

L'opinione dei giudici
In questo modo, però, secondo i giudici costituzionali, si verrebbe a creare una disparità di trattamento, perchè situazioni di fatto assolutamente identiche sono state regolate in modo ingiustificatamente diverso per la semplice e del tutto casuale circostanza della pendenza di un giudizio a una determinata data. Se i giudizi pendenti si risolveranno in futuro a favore dei precari, la decisione della Corte Costituzionale costerà inevitabilmente un danno economico notevole a Poste Spa. Ma non solo. La norma anti-precari, pensata principalmente per le Poste, di fatto ha coinvolto anche altri settori del lavoro a tempo determinato: durante l’udienza pubblica a palazzo della Consulta, lo scorso 23 giugno, erano presenti gli avvocati di elettricisti, giornalisti etc. Verò è però che dei 19 ricorsi alla Corte Costituzionale, la maggior parte erano di Tribunali di tutta Italia dinanzi ai quali pendevano centinaia di casi di precari delle poste (che nella misura del 15% dell’organico possono essere assunti a tempo e non oltre 4-6 mesi). La Corte - si è inoltre appreso - avrebbe deciso solo per l’illegittimità dell’art.4 bis, dichiarando invece inammissibili o infondate le richieste di censura di altre norme.

Le motivazioni della sentenza saranno scritte dal giudice costituzionale Luigi Mazzella e depositate nei prossimi giorni.

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