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Precari, il tar alla Gelmini: 30 giorni per graduatorie o arriva il commissario

Entro un mese, il ministero dell’Istruzione dovrà inserire "a pettine"  nelle graduatorie provinciali un centinaio di insegnanti supplenti. Lo ha deciso il tar del Lazio

Precari, il tar alla Gelmini: 
30 giorni per graduatorie 
o arriva il commissario

Roma - Rischio commissariamento per il ministro Mariastella Gelmini se entro un mese non inserirà nelle graduatorie dei precari i punteggi 'a pettine' (rispettando cioé il singolo punteggio) invece che 'a coda'. Lo ha deciso il Tar del Lazio, accogliendo un ricorso dell' Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione (Anief) di un centinaio di insegnanti precari. Una decisione che secondo le stime della Uil scuola potrebbe interessare fino a 150 mila precari.

Trenta giorni di tempo quindi al ministero di Viale Trastevere per rivedere le graduatorie; dopo di che diventerà operativo un commissario, già individuato - il dirigente generale della Funzione pubblica Luciano Cannerozzi - che dovrà realizzare quanto deciso dall'ordinanza del Tar. L'Anief, sottolineando che altre udienze dovranno essere calendarizzate per pronunciarsi su altri ricorsi, segnala che il Miur è stato anche condannato alle spese per elusione dell'ordinanza cautelare e violazione della Costituzione.

Ma il ministero ribadisce che nulla cambierà: "la sentenza del Tar sarà superata da un emendamento al Decreto che sarà proposto in sede di conversione del dm salva-precari". Questo emendamento, spiega il ministero "non consentirà il trasferimento da una graduatoria all'altra, garantendo e limitando però la possibilità di inserimento in coda in altre 3 province, in posizione subordinata rispetto a coloro che sono già inseriti in queste ultime". "In questo modo, mentre vengono quindi garantite le legittime aspettative di coloro che hanno da tempo scelto una provincia e non devono essere scavalcati dai nuovi inseriti o dai trasferiti dell'ultima ora, con l'inserimento in coda in altre 3 province, vengono ampliate - sostiene il ministero - le possibilità di ottenere assunzioni a tempo indeterminato o determinato, soprattutto in quelle province in cui le graduatorie risultano meno affollate. Non è giusto - conclude la nota - deludere l'aspettativa legittima di chi ha scelto una graduatoria provinciale per la sua iscrizione e si vede scavalcato da un trasferimento dell'ultimo momento di un candidato di un' altra provincia".

Reazioni diverse alla sentenza da parte delle organizzazioni sindacali. Il Comitato insegnanti precari ipotizza un nuovo caos e si chiede "cosa succederà se un insegnante ora lavora e con l'inserimento dei precari a pettine non ne avrebbe avuto diritto? Le graduatorie saranno ovviamente sconvolte, ci saranno ancora ricorsi". Si associa al giudizio il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo: "il ministero deve mettere un po' d'ordine. La platea interessata al provvedimento è immensa. Mentre la Flc-Cgil del Lazio vorrebbe lasciare le graduatorie così come sono. Secondo il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, la decisione del Tar avrà una ricaduta "ridotta" almeno nei prossimi tempi. Infatti - spiega - già il Consiglio di stato qualche giorno fa aveva sospeso il provvedimento del ministro Gelmini che prevedeva appunto l'inserimento dei precari in coda; e il ministro aveva già provveduto, con una circolare, all'inserimento a pettine, seppure con riserva. Per Di Memma, tanta confusione potrebbe essere ovviata prevedendo incarichi pluriennali.

Il capogruppo dell'Idv in Commissione cultura della Camera, Pierfelice Zazzera, chiede le dimissioni del ministro Gelmini e con lui il Pdci.

Il Pd chiede alla Gelmini di rispettare la sentenza del Tar mentre la Lega parla, anche in questo caso, di "dittatura dei magistrati".

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