La precisazione

Gentile Direttore,
recentemente Lele Mora ha dichiarato a Radio 24: «Mi ricordo di quando ero a Milano Due e Santoro lavorava a Moby Dick: all’epoca Santoro passeggiava insieme a Dell’Utri per concordare il suo contratto, ora invece gli dà del mafioso».
Siccome il suo giornale si è precipitato a rilanciare questa dichiarazione, Le chiedo di precisare quanto segue:
1)le implicazioni di Dell’Utri con la mafia non risultano da dichiarazioni di Santoro, ma da sentenze e inchieste della magistratura;
2)quando Santoro lavorava a Moby Dick aveva un contratto già stipulato e a tempo indeterminato, al quale ha in seguito scelto di rinunciare;
3)Dell’Utri non ha avuto alcun ruolo nella stipula di questo contratto, dal momento che era stato già eletto al Senato e aveva dovuto abbandonare qualsiasi carica aziendale (Publitalia e non Mediaset) prima dell’arrivo di Santoro a Italia Uno;
4)perché ne sappiano di più, potete comunque raccogliere per i vostri lettori in un cd le trasmissioni e i servizi di Moby Dick dedicati a Dell’Utri, che sono state oggetto di deposizioni di Santoro dinnanzi il Tribunale di Palermo, i cui atti processuali sono pubblici;
5)il ruolo svolto in quegli anni da Lele Mora era piuttosto marginale rispetto a quello da lui ricoperto successivamente e non tale da fargli pronunciare giudizi autorevoli su quanto accadeva in Mediaset.
Spero di non essere costretto ad iniziative legali per ristabilire la verità dei fatti, anche per consentire al signor Lele Mora di dedicare tutte le sue energie a difendersi da accuse ben più importanti.
Cordiali saluti,

Prendiamo atto delle precisazioni di Michele Santoro rispetto a quanto dichiarato da Lele Mora.

Giriamo però le sue rimostranze a Radio 24, ai microfoni della quale il signor Mora ha reso le sue dichiarazioni. Il Giornale si è limitato a riportare le parole di quest’ultimo, nel pieno diritto di cronaca. Santoro, che in nome di quel diritto ha condotto trasmissioni tv e organizzato cortei, dovrebbe conoscerlo bene.

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