Cronaca locale

La predica di Adriano sui problemi di Milano

Rieccolo il ragazzo della via Gluck in versione santone e predicatore. Rieccolo a pontificare dagli schermi della tv di Stato, di quello Stato in cui dall’«editto bulgaro» tutti hanno paura delle parole ma chiunque può arrivare in milioni di case parlando e straparlando.
Milano è brutta? Può darsi, è un’opinione come un’altra. Bella, se pensiamo a Roma, a Venezia, a Firenze, non lo è mai stata. Ma il giochino di mettere a confronto immagini di casermoni di periferia o di piazze «bucate» dalle ruspe per qualche lavoro in corso e vecchie stampe o immagini da film dei navigli è veramente pietoso. Forse Celentano non sa che i navigli furono chiusi perché era necessario per favorire lo sviluppo economico e sociale della città e per motivi igienici. I navigli, caro Celentano, puzzavano ed erano inquinati, erano vere e proprie fogne a cielo aperto.
La «sua» Milano bucolica, se mai è esistita, caro Celentano è scomparsa da tempo, la rimpianga pure, è tipico di chi ha una certa età, lo faccio anch’io, spesso, ma in privato. Mi vergogno di farlo davanti a tutti. La gente, la stragrande maggioranza della gente, ha il difetto di guardare avanti, ha voglia di progredire, di evolversi, di avanzare. Si commettono errori nel cercare di ottenere tutto ciò ma, come dicono i milanesi, solo chi non fa niente non sbaglia mai. Beato lei che non sbaglia mai.
Milano - come qualsiasi altra città del mondo intero - può, dovrebbe, essere migliorata. Certo se fosse sindaco lei, magari con Dario Fo assessore ai lavori pubblici e Santoro al bilancio, ci metterebbe poco e niente - e che ci vuole - a buttare giù tutti i casermoni, a scoperchiare i navigli, a trasformare Milano in una Venezia padana. Quel povero disgraziato, pure bruttino (ma, bontà sua, venuto anche lui dal Bello) di Albertini che poteva fare di più? Si è preoccupato delle metropolitane, dei depuratori, della Scala, di ripianare i bilanci delle municipalizzate. E anche di dare una casa a qualcuno che non l’aveva. Ma ha ragione lei, le case del Comune fanno schifo, buttiamole giù. Mandiamo tutti ad abitare sui navigli, finalmente, grazie a lei, sul volto dei milanesi tornerà il sorriso.


Rockpatetic.

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