«Premi a chi lavora di più, così sono spariti i fannulloni»

«La logica di Brunetta è positiva, ma la Regione Lombardia l’ha realizzata prima». Parola di Roberto Formigoni, alla vigilia del decreto legislativo sulla pubblica amministrazione che sarà varato oggi. Il presidente della Lombardia, che rivendica al Pirellone l’aver introdotto tornelli e badge dal 2000, incassa i complimenti dell’esperto di management pubblico della Bocconi, Giovanni Valotti. «I dati collocano la Lombardia tra le Regioni più avanzate del Paese. La Regione si è distinta per aver investito molto sulla modernizzazione e sul mercato. I concorsi hanno criteri simili a quelle delle imprese» sottolinea il docente, autore di un recente libro sulla burocrazia.
I costi del personale e della gestione pesano per il 9 per cento del bilancio della Regione, in proporzione l’ente pubblico italiano meno costoso per singolo abitante. La Lombardia ha tre dirigenti ogni centomila abitanti, con una alta percentuale di donne e giovani: il 33 per cento dei dirigenti è di sesso femminile e l’età media è inferiore ai 52 anni (54,2 la media nazionale).

Negli ultimi quindici anni il numero di lavoratori in Regione si è ridotto: i funzionari sono passati da 4.500 a tremila e i dirigenti da 548 a 250. Formigoni spiega il metodo: «Investiamo sui meritevoli perché il buon esempio trascina».

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