Prende forma la Telecom di Guido Rossi

Marcello Zacché

da Milano

Guido Rossi farà domani il suo esordio ufficiale da presidente di Telecom nel cda, convocato proprio per fare il punto sulla società a 40 giorni dalle dimissioni di Marco Tronchetti Provera. E a poche ore dalla presentazione, lo scorso weekend a Parigi, dei futuri prodotti del gruppo. Per questo si parlerà più di strategie industriali e meno di conti (la trimestrale verrà esaminata tra un paio di settimane, il 7 novembre).
Ma le due cose vanno a braccetto: ciò che i consiglieri si aspettano da Rossi è la trama delle prossime mosse del gruppo, dopo che Tronchetti, l’11 settembre, aveva annunciato lo scorporo della rete fissa e di quella mobile per far fronte ai problemi di redditività, dati dalla flessione dei ricavi della telefonia tradizionale fissa e dalla stagnazione di quelli del mercato mobile. A Parigi si sono viste le ultime «armi» (gli sms integrati pc-cellulare, le agevolazioni tariffarie per le «tribù» di utenti mobili) che l’amministratore delegato Riccardo Ruggiero vuole utilizzare per incrementare ricavi e margini e che, in sintesi, puntano a due precisi obiettivi: nuovi prodotti studiati per sfuttare la famosa «convergenza» tra le piattaforme fisso-mobile, e nuove quote di mercato da conquistare tra le giovani generazioni, interpretandone i gusti. In questo senso Rossi dovrebbe sostenere che lo scorporo delle reti rappresenta lo strumento più idoneo per dare al gruppo la flessibilità necessaria a centrare tali obiettivi, evitando nel contempo le sovrapposizioni che portano in dote problemi di antitrust. Non sarebbe allora un’inversione a «U» rispetto alla fusione Telecom-Tim, ma un’evoluzione del concetto di integrazione fisso-mobile, alla luce dell’evoluzione della tecnologia e della regolamentazione. In ogni caso, dirà ancora Rossi, il progetto industriale non dipende dalle esigenze finanziarie, cioè dal debito di 41 miliardi.
Tuttavia nell’ordine del giorno del consiglio si parla anche di operazioni finanziarie.

Una formula che potrebbe riferirsi allo scorporo della rete fissa (cioè dell’ultimo miglio), ma anche alla cessione di asset quali, a esempio, Tim Brasil, della quale si parla da tempo. Ma su cui Rossi non si è ancora espresso ufficialmente.

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