«Prenotazioni in calo del 20%»

I più agguerriti sono i traslocatori, che dopo il 16 gennaio hanno già subito un crollo del 20% sulle prenotazioni. Soprattutto per i piccoli lavori. «Quando diciamo che per spostare una credenza non si pagano più 50 euro ma 500 la gente ci ripensa, ovviamente ricorreranno al sottobosco di imprese che lavorano in nero o la sera tardi, senza pagare la Cosap» avverte Fortunato Valente, titolare del Gruppo Valente ma anche consigliere di Federtraslochi. E ammette che si naviga a vista. Al calcolo della Cosap si arriva con una moltiplicazione di tariffa base (3,72 euro) per i metri quadrati di spazio da occupare con i camion, per il coefficiente assegnato alla via a seconda del pregio (Milano è stata divisa in 35 microzone a cui corrisponde un indice variabile da 0,6 a 5,55) per il coefficiente specifico dell’attività che si va a svolgere (da 0,1 a 4). «I traslochi rientrano tra le attività varie, a cui è assegnato coefficiente 2. Ora dopo le proteste il Comune ha deciso di “provare“ ad applicare 0,7 che è comunque eccessivo e potrebbe chiederci il conguaglio.

Un caos, come faremmo a recuperare i soldi dalle famiglie?». In via Manzoni l’occupazione di 80 metri quadri si paga dal 16 gennaio diciotto volte e mezza in più, da 178,4 euro a 1.852,5. In via Maffucci, periferia, più di sei volte: da 88,8 euro a 562,1 euro.

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